"Siamo vivi per miracolo" - Live Sicilia

“Siamo vivi per miracolo”

Nunzio Arusa, uno dei superstiti

Le testimonianze dei sopravvissuti alla tragedia di via Bagolino: "Se fosse accaduto di notte, sarebbe stata una strage...".

Parlano i residenti
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PALERMO- Nunzio Arusa ha visto la morte con gli occhi. “Ero a letto e dicevo a mia moglie: ‘C’è qualcosa che non va’. Sentivo scricchiolii e pietre che cadevano. Io non so se è stata fortuna o se si è trattato di un miracolo, ma mi sono alzato e sono andato a prendere mio fratello che è disabile. Con mia moglie, mio figlio, l’altro mio foglio e l’altro mio figlio siamo scappati e, come abbiamo messo un piede fuori, ci è crollato il palazzo addosso”. Ora è fra la gente del rione, in via Bagolino, che lo guarda come un sopravvissuto e si compiace della sua prontezza.

Altri superstiti della tragedia stazionano nella via. Una donna scampata al crollo con i figli, volto scavato dalle lacrime, al passare di un vigile del fuoco, se lo abbraccia e non smette di piangere. Lei ce l’ha fatta, anche se ora si ritrova a ricominciare da zero. “Se accadeva di notte c’era quaranta morti” ripetono come un tantra la gente del luogo. Un altro superstite ringrazia i vigili del fuoco: “Appena sono arrivati hanno urlato come pazzi, ‘evacuate!’. E con mia moglie siamo scappati”. Un altro ancora, che si ritiene un miracolato, è uscito fuori dalle macerie: è stato protetto dal crollo grazie a una tettoia.

Tutti conoscono, almeno di vista, i deceduti. Maria La Mattina, pensionato, anni fa aveva una salumeria nella stessa via. Ignazio Accardi e sua moglie, li hanno visti tirare fuori dalle macerie con le barelle. Era un ex operaio dei cantieri navali e la gente non crede che sia morto ma che si trovi in ospedale. Di Nino Cinà ed Elena Trapani si sa poco o niente.


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