PALERMO – Sei anni e quattro mesi dopo crollo del viadotto Scorciavacche finalmente il processo può ripartire. Per arrivare dove? La prescrizione, che scatterà fra un paio di anni, sembra la meta inevitabile. La Cassazione ha risolto il conflitto di competenza. La sede naturale del processo è Palermo.
Era stato il giudice per l’udienza preliminare Claudia Rosini, lo scorso 10 dicembre, a rimettere gli atti ala Supèrema Corte affinché risolvesse il conflitto di competenze fra Palermo, Termini Imerese o Roma.
Il processo è ancora alla fase al rinvio a giudizio. Gli imputati sono tredici fra cui tra cui l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci.
Accusa e difesa si sono contrari. Secondo la Procura di Palermo, la competenza è del Tribunale di Termini Imerese perché il viadotto, inaugurato e crollato una settimana dopo, della Palermo-Agrigento si trova in territorio di Mezzojuso. Solo che i giudici termitani si spogliarono del processo sostenendo che la competenza fosse di Palermo. “No, la competenza è di Roma, dove ha sede l’Anas”, dissero i legali delle difese fra cui Fabrizio Lanzarone, Giovanni Crimi, Alfonso Sorge e Andrea Crescimanno.
La Cassazione mette la parola fine. A Palermo furono firmati i contratti del cantiere. Il ponte sarebbe crollato perché costruito dalla “Bolognetta scpa” su un terreno instabile. Secondo l’accusa, pur in assenza di collaudo, nel dicembre 2014, si procedette lo stesso con l’inaugurazione e l’apertura al transito. I dirigenti Anas avrebbero fatto tutto in fretta per ottenere i premi produzione. Non ci furono feriti.
Pur rimettendo gli atti alla Cassazione il giudice Rosini parlò di “faticoso capo di imputazione“. Le ipotesi di reato sono induzione a dare o promettere utilità, falso e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Sotto processo oltre a Ciucci, ci sono i dirigenti dell’Anas, Alfredo Bajo, Claudio Bucci, Maria Coppola, Stefano Liani, Salvatore Giuseppe Tonti, Michele Vigna, i rappresentanti dell’impresa Giuseppe Buzzanca, Stanislao Fortino, Fulvio Giovannini, Pierfrancesco Paglini, Giuseppe Russello e Nicolò Trovato.
Passaggi di sezione, riassegnazioni, giudici carichi di lavoro, conflitti di competenza: tutto questo porterà alla prescrizione.