PALERMO – Insiste con la proposta del sorteggio per l’individuazione dei manager migliori ai quali affidare le aziende sanitarie della Sicilia e sottolinea che da parte di diversi pezzi del centrodestra (“non Schifani né Galvagno con i quali esiste un rapporto leale”) esiste “una sorta di accerchiamento politico” contro la sua Dc: “Facciamo paura perché in crescita”. Sono giorni caldi per le trattative sui direttori generali della sanità siciliana e Totò Cuffaro torna a ribadire la sua idea: “Schifani scelga i migliori, poi si passi al sorteggio per l’assegnazione degli incarichi nelle varie province”. Netto il giudizio sulla salva-ineleggibili: “Un errore”.
Cuffaro, trattative sui manager sono ancora lunghe?
“Io non partecipo a queste trattative. Ripeto il mio suggerimento: il presidente Schifani, al quale ci affidiamo ciecamente, scelga i migliori e poi si passi al sorteggio per stabilire chi, tra i prescelti, dovrà andare a occupare le varie caselle. Il presidente avochi a sé questa responsabilità”.
Sa bene che difficilmente si andrà al sorteggio.
“Guardi, quando si capirà che i problemi nel trovare la quadra diventeranno insormontabili si potrà valutare seriamente la nostra proposta”.
Ammetterà che tanti, sentendo Cuffaro parlare quotidianamente di nomine nella sanità, possono storcere il naso per via del suo passato…
“È vero, tanti storcono il naso e lo fa anche qualche deputato di Forza Italia (ma non Schifani, sia chiaro). Parlano di me ma predicano bene e razzolano male. Io non partecipo alle trattative, lo ribadisco, ma se vogliono essere rassicurati su questa mancata partecipazione alla spartizione delle poltrone allora accolgano la mia proposta del sorteggio. È la soluzione migliore che scaccerebbe via le loro preoccupazioni”.
Ritiene che sulla Dc ci sia un accerchiamento da parte degli alleati?
“Siamo il partito della coalizione che ha ‘preso’ di meno e non vogliamo nulla. Sono altri, invece, ad avere occupato tutte le poltrone. Sì, credo che nei nostri confronti ci sia un accerchiamento politico da parte di alcuni alleati ma tra questi, lo preciso, non ci sono né il governatore Schifani né il presidente dell’Ars Galvagno. Tra la Dc e i due presidenti c’è un rapporto positivo e di grande lealtà”.
Lo stesso non può dire di alcuni partiti?
“Alcuni della Lega e alcuni di Forza Italia ci guardano con preoccupazione perché siamo in una fase di crescita ed è per questo che pensano di poterci accerchiare. Ma noi facciamo battaglie politiche e ce le intestiamo liberamente, come quella per gli Asu”.
E intanto all’Ars è l’ora della salva-ineleggibili.
“Abbiamo detto chiaramente che siamo contrari ma se ci sarà una linea della maggioranza la seguiremo. Siamo un partito leale con le scelte politiche di coalizione, tuttavia resta il nostro giudizio contrario a questa legge. La giustizia ha graffiato la mia carne ma non mi permetterei mai di intercedere nelle scelte della magistratura. Nella prima Repubblica una cosa del genere non sarebbe mai stata pensata, per di più con il parere negativo degli uffici dell’Assemblea che delineano un grosso rischio impugnativa. È un errore, dico solo che l’Aula si appresta a un voto problematico”.
Qualcuno potrebbe obiettare che lo stesso rischio c’è anche sulla riforma delle Province a voi cara.
“La Sicilia ha potestà legislativa in materia di enti locali. È vero che esiste un problema di cornice generale dato dalla Delrio, che è ancora in piedi, ma c’è anche l’impegno del governo nazionale a rimuovere quella riforma. Sono sicuro che su questo campo la Sicilia farà da apripista”.
Dalle possibili Provinciali alle certe Europee, alla fine nessun matrimonio Dc-FI.
“Sono molto grato al presidente Schifani che ha difeso le ragioni di una unità politica dei popolari europei ma dentro Forza Italia c’erano interessi diversi rispetto a una nostra partecipazione in una lista comune. Non vivo nell’iperuranio e mi sono reso conto che c’era il timore, da parte di alcuni, di perdere l’unico seggio di questa lista. Non demonizzo nulla, la politica è fatta di scelte. Ce ne faremo una ragione e presenteremo una lista con tutti coloro che si riconoscono nel partito popolare (Noi con l’Italia, Mastella e altri). Faremo una battaglia identitaria, pur nella convinzione che l’obiettivo del 4% è difficile da raggiungere. La strada per le Europee è comunque ancora lunga”.
La sua previsione sul dopo voto?
“Credo che dopo le elezioni europee il quadro nazionale potrebbe subire qualche rivisitazione. In Sicilia, invece, Schifani è ben saldo”.