Cuffaro scrive da Rebibbia| "Il candore delle cornacchie" - Live Sicilia

Cuffaro scrive da Rebibbia| “Il candore delle cornacchie”

Salvatore Cuffaro

Da una serie di appunti scritti dall'ex presidente della Regione Totò Cuffaro nel carcere di Rebibbia nasce il libro “Il candore delle cornacchie”, in vendita a partire da domani. Cuffaro, in un'intervista al Corriere della Sera, racconta inoltre i suoi giorni nel penitenziario romano.

IL LIBRO DELL'EX GOVERNATORE
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ROMA – La solitudine per riscoprirsi nell’animo e cercare la redenzione. Da Rebibbia, carcere dove si trova dal 2011, parla l’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio, che in un’intervista nell’edizione odierna del Corriere della Sera descrive il suo nuovo libro “Il candore delle cornacchie” (edizioni Guerini e Associati), nato da una serie di quaderni che l’ex esponente dell’Udc ha scritto in questi suoi primi 376 giorni di resclusione, e che prende spunto dalla presenza proprio di questo volatile nel penitenziario della capitale.

A Gian Antonio Stella Cuffaro confessa che il suo non sarà un libro, come molti potranno pensare, pieno di rancori e allusioni, al contrario uno spaccato dell’esperienza umana che il politico agrigentino ha vissuto fino ad ora. “Sento i miei genitori due volte al mese, per non più di cinque minuti ciascuno. Una donna invece mi invia cartoline ogni giorno da quando sono entrato in carcere”.

Un Cuffaro privato, a tratti già conosciuto in passato, segna meticolosamente i giorni che lo separano dal fine pena “Me ne restano ancora 1754..”. Tanti invece i visitatori che, oltre ai familiari, lo hanno raggiunto fino ad ora: “Oltre cento fra parlamentari, deputati e senatori sono venuti a farmi visita. Tra gli altri anche prelati, sacerdoti, vescovi e qualche cardinale”. Fra le visite da tenere stretta nei ricordi quella con Marco Pannella che il 31 dicembre del 2011 venne a cenare con agenti e detenuti.

Infine il rapporto con i compagni di cella. L’ex presidente della Regione ne cita alcuni. Ciccio, ergastolano che si è diplomato fra le sbarre e adesso prepara la laurea in Giurisprudenza: “Siamo due volte colleghi – scherza Cuffaro – di carcere e di università”, Halid, rom musulmano senza permesso di soggiorno che gli ha chiesto di celebrare insieme il Ramadan, e Santino, che gli preparò la branda nel suo primo giorno a Rebibbia. Totò vuole dunque ripartire da lì, da quelle storie umane come la sua in cerca di un nuovo inizio.


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