PALERMO – Dopo la conferenza stampa di Davide Faraone, l’ala del Pd che si riconosce nelle posizioni del deputato regionale Antonello Cracolici insorge: “Faraone con la sua voglia di apparire come il Matteo Renzi di Sicilia fa solo danno al Partito democratico”, dice Magda Culotta, sindaco di Pollina e dirigente dei dem siciliani. “Farebbe bene a tacere e nascondersi dietro la sua capolistatura bloccata essendosi tenuto ben lontano dalle sfide uninominali, probabilmente per mancanza di coraggio”. Secondo Culotta “Faraone non si rende conto di aver perso credibilità agli occhi del popolo del Pd. Il malessere che c’è in Sicilia è frutto non solo di alcune candidature sbagliate ma anche del modo a cui ci si è arrivati, con il solo scopo di esercitare il suo ruolo da ‘fedelissimo’. Infine – conclude Culotta – eviti di parlarci di senso di responsabilità e di unità perché anche qua, oltre a non essere credibile, rischia di apparire persino comico”.
A Palermo parla anche Fabio Teresi, presidente della V circoscrizione e componente della direzione regionale del Pd: “Faraone nella sua conferenza stampa parla dei Ds facendo intendere che la sua presenza in lista è rappresentativa di quella storia. Per tantissimi di noi non è più degno di parlare di quel partito”, dice. “La pericolosità del modello faraoniano era ben presente anche allora e per questo era opportunamente tenuto a bada – prosegue Teresi -. La sua fedeltà a Renzi lo ha portato ad assumere dei ruoli ma, ne stia certo, per tanti di noi il giudizio su di lui resta uguale a prescindere dai partiti e dalle appartenenze. A proposito di partiti caserma dico: il modello che combatteremo è quello dei ‘signor si’ oggi impersonificato proprio da Faraone”.
E parole molto dure arrivano anche dal componente della direzione regionale del Pd Carmelo Greco: “L’appello all’unità di Faraone è tardivo nei tempi e rischia di apparire ipocrita nei fatti. La composizione delle liste in Sicilia – dice – riporta indietro le lancette di oltre 10 anni, con un mediocre tentativo di epurare in blocco una parte consistente del partito siciliano. Un suo vecchio sogno. Sarà complicato spiegare a coloro che generosamente hanno contribuito a fondare il Pd questa drammatica inversione di rotta del duo Renzi Faraone. Così come sarà difficilissimo chiedere il voto per il Pd che, per mano di Faraone e Matteo Renzi, perde la sua identità originaria diventando una poltiglia indistinta. Si apre – conclude – di fatto la stagione congressuale e si spegne nei fatti la campagna elettorale. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità”.