CAGLIARI – Fulvio Alfano, figlio di Beppe, giornalista ucciso dalla mafia in Sicilia nel 1993, è riuscito a dire solo quattro parole: “Allora avevo dieci anni”. Poi è stato bloccato dalla commozione e dal dolore. È stato il momento più toccante della settima Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, manifestazione itinerante organizzata dall’Unci, unione cronisti italiani, che quest’anno ha fatto tappa nell’aula del Consiglio comunale di Cagliari. Insieme a Fulvio c’era la madre Mimma Barbaro, la vedova di Alfano.
E hanno voluto ricordare le vittime anche Giulio Francese, figlio di Mario, ucciso nel 1979 e Elena Fava, figlia di Pippo Fava, giornalista ammazzato a Catania da Cosa Nostra nel 1984. Toccante anche la testimonianza di Paolo Piccinelli, figlio di Franco, gambizzato dalle Br nel 1979. Presenti i vertici della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti. “Ricordiamo i morti – ha detto Enzo Iacopino, presidente nazionale dell’Ordine – ma, prima che li ammazzino o si ammazzino, rispettiamo i giornalisti vivi”. Tutti in piedi al momento della lettura dell’elenco delle vittime, da Cosimo Cristina a Vittorio Arrigoni. In tutto 22 giornalisti, cinque operatori e un tipografo scambiato per un giornalista.