Da Musumeci a Micciché ai partiti | Scoppia all'Ars la guerra dei vitalizi - Live Sicilia

Da Musumeci a Micciché ai partiti | Scoppia all’Ars la guerra dei vitalizi

Tensione tra presidenti di Ars e Regione. Cinquestelle all'attacco. Con loro Figuccia e Lo Giudice. Ma la capogruppo Udc: "No alla demagogia"

PALERMO – Sul taglio dei vitalizi è bufera. Ieri a Palazzo dei Normanni Gianfranco Miccichè ha lanciato la provocazione: “Aboliamoli. Così vediamo chi vince in demagogia”. Il presidente dell’Ars però l’ha definita una proposta reale. “Sono serio” ha detto, rispondendo a distanza al presidente della Regione Nello Musumeci che nei giorni prima aveva ritenuto timido il taglio all’esame della commissione speciale dell’Assemblea regionale siciliana.

Le parole di Miccichè hanno acceso la miccia di una polemica che ora si allarga. Non solo perché sono state il perfetto pretesto per sancire la guerra fra i due leader del centrodestra siciliano ma anche perché hanno riacceso il dibattito sul tema.

Le più critiche sono state le deputate del Movimento Cinque Stelle all’Ars Angela Foti e Jose Marano, componenti della commissione vitalizi. “L’unica cosa di cui non c’è bisogno sul fronte vitalizi, sono gli inutili ipocriti teatrini mediatici, se Miccichè e Musumeci vogliono veramente abolire i vitalizi vengano in commissione a riferirlo, anziché affidarsi alla grancassa dei giornali. L’uscita demagogica di Micciché – spiegano le deputate – non serve ad adeguare finalmente la Sicilia alle altre regioni sul tema dei vitalizi, ma ad alimentare uno squallido teatrino intriso di veleni che alza il sipario su uno scontro in atto tra il presidente dell’Ars e il governatore Musumeci”.

Posizione diametralmente opposta è stata espressa da Eleonora Lo Curto, la presidente del gruppo Udc a Palazzo dei Normanni, che ieri ha appoggiato la sfida di Miccichè. “Sul taglio dei vitalizi – ha spiegato il deputato – condanno i demagoghi e i populisti che parlano alla pancia della gente. Non penso assolutamente che la posizione del presidente della regione Musumeci sia da annoverare tra le categorie descritte. Anzi – ha aggiunto – comprendo bene come il governo della regione non abbia voluto impugnare quella legge nazionale che taglia risorse alle regioni che non procedessero a tagliare i vitalizi, con uno spirito quasi ricattatorio. Del resto i rapporti tra Stato e Regioni devono essere salvaguardati ed è per questo che non critico la mancata scelta di impugnare la norma. Quanto alla iperbole del presidente Micciché – ha concluso – che si è spinto a dire che azzererà i vitalizi nel prossimo Consiglio di Presidenza, penso che si tratti di una provocazione poiché è indubbio che il lavoro della Commissione speciale farà approdare un testo di legge in Aula e solo il parlamento potrà determinarsi”.

Nello stesso partito però c’è chi però chiede l’abolizione totale dei vitalizi. Per Danilo Lo Giudice, deputato dell’Udc all’Ars, l’abolizione delle “pensioni” dei deputati “non è una possibilità più o meno attuabile bensì una necessità improcrastinabile per dare un segnale concreto rispetto a quanto ci chiedono tanti siciliani ma soprattutto perché è impensabile che la Sicilia possa sopportare un ulteriore tagli di circa 70 milioni da parte del governo centrale”. Lo Giudice ha fatto così riferimento alla situazione finanziaria della Regione. “Si continuano a pagare grossolani errori fatti in passato – ha detto -, in cui la nostra regione è stata più e più volte usata come un bancomat senza avere un briciolo di dignità e di certo, non si può pretendere che si venga fuori da questa situazione con un battito di ciglio. È indispensabile – ha concluso – che questi privilegi vengano demoliti”.

Lo Giudice si affianca così al compagno di partito Vincenzo Figuccia. “Insieme ad alcune associazioni di categoria – ha raccontato Figuccia -, stiamo vagliando l’ipotesi di presentare un atto stragiudiziale affidando ad un gruppo di legali, l’esame della vicenda vitalizi per la stesura di una diffida indirizzata ai responsabili del mancato taglio o peggio ancora, di un taglietto beffa che cerca di eludere i siciliani. Il documento al quale stanno lavorando i giuristi – ha proseguito il parlamentare regionale – trae fondamento dal danno che i siciliani subirebbero per il mancato trasferimento dallo stato che ammonta a 60 milioni circa. Se questo dovesse accadere, invieremo agli artefici, una bella raccomandata nella quale chiederemo il risarcimento per le lesioni che inevitabilmente deriverebbero in termini di servizi erogati, dalla deduzione statale”.

È lo stesso deputato a raccontare infatti di un incontro con il Segretario Nazionale Codacons Francesco Tanasi che ha commentato il mancato taglio come “una vergognosa difesa della casta e dei privilegi dei politici nella regione più povera d’Italia che ha il più alto tasso di povertà”. “I Comitati siciliani ‘si al taglio dei vitalizi’promossi dal coordinamento – ha affermato Tanasi -, sono pronti alle barricate legali contro la “casta” se non ci sarà il taglio. Interverremo in Tribunale a sostegno di qualsiasi misura che riduca i vergognosi vitalizi ai parlamentari . – ha aggiunto il Segretario Nazionale Codacons concludendo: – I cittadini non tollerano più privilegi inaccettabili pagati con le tasche dei siciliani”.

 


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