Da Roma troppe note dolenti | Niente filtro e attacco inesistente - Live Sicilia

Da Roma troppe note dolenti | Niente filtro e attacco inesistente

Riprende la marcia in vista del match casalingo col Bologna, in cui provare a correggere gli errori di domenica scorsa, ma la strada è in salita: la difesa non ha saputo opporre resistenza agli avversari, mentre Gilardino non ha avuto palloni giocabili.

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PALERMO – Ritrovare il campo dopo la batosta di Roma è forse l’unica consolazione per un Palermo apparso del tutto smarrito. Iachini proverà sin da subito a cambiare qualcosa, già dal primo allenamento a Boccadifalco, ma la strada è tutta in salita. Non soltanto per gli infortuni che lo priveranno ancora di Sorrentino, Goldaniga e quasi certamente anche di Lazaar, quanto per una serie di meccanismi che sono venuti a mancare la scorsa domenica. Automatismi che in due anni di lavoro erano stati registrati alla perfezione, ma che tre mesi e tre allenatori dopo (se si vogliono considerare Bosi e Tedesco due soluzioni di facciata) sono andati perduti. Un bel guaio, per una squadra che deve risalire nel bel mezzo di un tour de force mica da ridere.

Iachini dovrà partire dagli errori dell’Olimpico, e qui sinceramente è difficile capire da dove cominciare. Si potrebbe far qualcosa in difesa, dove il Palermo continua a traballare, o ancor prima a centrocampo, dato che i tre centrali si sono ritrovati per sette volte in situazione di uno contro uno, riuscendo solo due volte a non farsi saltare. In entrambi i casi il risultato era ancora fermo sullo 0-0, e in un’occasione il tackle andato a buon fine è stato effettuato ai danni di Rudiger, un centrale difensivo. La linea arretrata, in pratica, non ha mai saputo opporre resistenza una volta puntata da Salah e compagni. Nel migliore dei casi si è optato per il fallo, col passare del tempo la Roma ha avuto campo libero. Il 5-0, a quel punto, è solo una conseguenza.

Questo perché i difensori non si sono mostrati all’altezza. O forse perché il centrocampo non ha saputo fare filtro in maniera adeguata. Un problema già evidenziato la settimana precedente, quando il Torino ha trovato spazi abissali partendo proprio dalle retrovie, con un Immobile capace anche di allargarsi e puntare l’uomo in velocità, sospinto dagli esterni e dagli inserimenti di Benassi. Il tutto mentre la linea mediana del Palermo non poteva fare altro che lasciarsi sovrastare, incapace di reagire. Aver inserito Jajalo non ha portato i benefici sperati in termini di rottura del gioco avversario, con Keita e Nainggolan che si sono permessi almeno un paio di incursioni in avanti, risultate determinanti per garantire ai giallorossi la superiorità numerica in attacco.

Detta così, in effetti, non sembra semplicemente che il Palermo sia stato in balia della Roma. Quasi vien da pensare che il Palermo non abbia mai attaccato, ritrovandosi sempre a gestire le offensive avversarie, alle quali ha resistito solamente per un tempo. Certo, i sei palloni toccati nell’area avversaria in poco più di novanta minuti non sono d’aiuto in tal senso, così come lo zero alla voce “palloni in area” per un tale Alberto Gilardino, l’uomo che dovrebbe essere decisivo proprio negli ultimi sedici metri. Il Palermo, seppur poche, le ha avute le occasioni per spingere. Se però non riesci a servire la tua punta lì dove può e deve far male, allora non hai scampo. E poco importa se gli esterni crossano in continuazione o se dalla trequarti c’è Vazquez che inventa. Se Gilardino è costretto a fare da centravanti boa galleggiando tra le linee non segni.


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