PALERMO – Non è la prima volta che sugli incarichi di Alessandro Alfano divampano le polemiche. Era già accaduto nel 2011 quando decise di dimettersi da segretario della Camera di commercio di Trapani e da Unioncamere Sicilia.
Era finito sotto inchiesta per una storia di esami fasulli. I pm di Palermo ipotizzavano che il fratello del ministro Angelino Alfano non avesse sostenuto le prove di tre materie. Si era laureato in Economia nel 2009 e sotto la lente di ingrandimento finirono gli statini di Matematica generale, Diritto privato ed Economia e gestione degli intermediari finanziari. Non si trovavano i verbali di esami, che furono poi rinvenuti. Non solo, alcuni testimoni raccontarono di avere assistito agli esami. Risultato: inchiesta archiviata, per lui come per altri studenti, mentre altri ancora finirono sotto processo.
Nella bufera era finito anche il concorso alla Camera di commercio trapanese. L’input arrivò da un esposto anonimo che aveva indicato, con largo anticipo, il fratello dell’ex ministro come il più che probabile vincitore della corsa alla segreteria generale. E si faceva pure riferimento al suo curriculum. A cominciare dalla laurea ottenuta in tempi record, appena due anni e mezzo, e dalla mancanza dei cinque anni di esperienza dirigenziale, requisito fondamentale per partecipare al concorso di segretario generale. Tutto in regola tuonava allora Giuseppe Pace, presidente della Camera di Commercio (La coppia Pace-Alfano era presente con le stesse qualifiche a Unioncamere Sicilia ndr). Anche in questo caso, alla fine l’inchiesta non approdò a risultati. Alessandro Alfano tentò di riprendersi il suo posto alla luce della chiusura delle indagini giudiziarie, ma la giunta camerale respinse la sua richiesta.
Nel 2013 ecco l’incarico a Postecom. Dirigente, chiamato senza concorso, alla sezione digitale di Poste italiane, durante il mandato dell’allora numero uno di Poste, Massimo Sarmi. Una nomina costellata da polemiche, interrogazioni parlamentari. Ci fu pure un Audit interno. Due anni dopo il primo trasferimento: Alessandro Alfano si insedia come dirigente a Poste Tributi. Siamo nel 2015 e il nuovo amministratore delegato di Poste è Francesco Caio. Sotto la gestione di Caio Alfano approda alla capogruppo Poste italiane. Ne nasce un contenzioso: Alfano protesta per la differenza di retribuzione e la dequalificazione professionale. Da settembre un nuovo incarico a Palermo nell’Area Immobiliare Sud. Scende di livello gerarchico, ma lo stipendio non cambia.