PALERMO – “Italia Viva” non starà di certo a guardare. Il capogruppo della formazione renziana all’Ars, Nicola D’Agostino, lo dice forte e chiaro rispondendo al segretario dem Anthony Barbagallo in riferimento alla possibilità di costruire una coalizione che tenga insieme le forze che governano a Roma. Un invito che D’Agostino “apprezza” ma non può accettare, di certo, a scatola chiusa. “Incontriamoci, stabiliamo i valori che ci tengono insieme e i punti programmatici e iniziamo un percorso alla pari”, dice il deputato che già qualche tempo fa aveva ipotizzato uno schema simile.
Il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, avanza la proposta di un campo largo che tenga insieme le forze che governano a Roma. Come risponde Italia Viva?
“Mi sembrano parole corrette, le stesse che un anno fa avevo anche io avevo rilasciato in occasione di un’intervista alla vostra testata quando sentivo l’esigenza di creare una proposta politica da parte delle forze che governano insieme a Roma e sono all’opposizione a Palermo. Una proposta strutturata e organizzata”.
Sta dicendo che, in realtà, la proposta parte da lei?
“No, voglio dire che è un sentire comune. Spero che questo sentire comune sia sincero perché ad oggi si è costruito ben poco”.
Come si tengono insieme queste dichiarazioni con la proposta avanzata dal senatore Faraone di creare un campo che escludesse i Cinquestelle?
“Mi pare di ricordare che Faraone abbia detto di costruire in Sicilia e in Italia, attorno al progetto di Italia Viva, un’area moderata, diciamo centrista, in alleanza con il centrosinistra. Ma dobbiamo capire che Pd ci sarà tra due anni, che Movimento ci sarà quando si andrà a votare. Faraone escludeva i sovranisti e, certamente, tra i sovranisti escludeva una frangia importante dei Cinquestelle che è incompatibile già oggi. C’è un cambiamento in corso dentro il Movimento”.
I Cinquestelle sono in via di definizione, invece ammetterà che il Pd di Zingaretti sta lavorando a un profilo identitario più marcato e di sinistra. Italia Viva, invece, cosa vuole fare da grande?
“Quello che ho detto: collocarsi al centro dello scenario politico, anche grazie alla possibilità che si vada a votare a livello nazionale con il sistema proporzionale, e poi trovare le alleanze più fisiologiche: quelle che ci vedono al governo a Roma e all’opposizione a Palermo”.
Quindi il baricentro di qualsivoglia coalizione antisovranista vorreste essere voi?
“No. Non parliamo per stereotipi e steccati. Esistono problemi valoriali, ad esempio quello del sovranismo riconducibile a due partiti di destra ben precisi. E’ evidente che tutti quelli che non si riconoscono all’interno di questi pseudo valori possono trovare tante ragioni per stare insieme. Questo lo vedremo più avanti. Non è un problema strettamente di oggi. Oggi dobbiamo capire quali sono le cose che ci fanno stare insieme che non possono essere soltanto quelle che ci differenziano dagli avversari. Dobbiamo costruire un percorso in Sicilia che metta insieme almeno una decina di idee programmatiche che diventino un manifesto politico sul quale iniziare a fare strada insieme”.
Il fatto che il presidente Musumeci che ha sempre dimostrato un certo aplomb moderato si stia avvicinando alla Lega che effetto le ha fatto?
“Ovviamente è un legame che io giudico pericoloso e che non condivido ma avrà pure lui la libertà di fare quello che vuole. Non è legato a noi da nessun vincolo politico quindi non posso certamente dirgli io cosa fare. Italia Viva non ha ostacolato Musumeci nelle commissioni o nei luoghi istituzionali quando ha ritenuto che le sue fossero proposte buone per la Sicilia”.
Quale schema state mettendo in campo per le amministrative siciliane di ottobre?
“Non ci sono schemi. Chi parla di schemi per queste amministrative, soprattutto nel centrosinistra, sbaglia. Viviamo questa stagione con molta confusione e approssimazione e, se prima non si costruisce una proposta vera, non possono essere piccoli test elettorali sporadici in alcuni comuni che per ragioni di opportunità e coincidenza possano diventare emblematici a livello regionale. C’è ancora molto da lavorare. Il nostro invito è che il Pd voglia costruire questo campo largo paritariamente con tutti senza intraprendere strade solitarie, isolate o aprioristiche. Serve un percorso alla pari”.

