Faraone: "Moderati e riformisti insieme, Sicilia laboratorio" - Live Sicilia

“Moderati e riformisti insieme | La Sicilia? Un laboratorio”

Intervista a Davide Faraone. "Sicilia laboratorio ideale per un nuovo agglomerato politico, guardando ad amministrative e regionali".
ITALIA VIVA
di
4 min di lettura

Due passaggi elettorali, due appuntamenti che possono fare della Sicilia il laboratorio per una nuova geografia della politica nazionale. Davide Faraone, capogruppo di Italia viva al Senato e riferimento siciliano di Matteo Renzi, ora lo dice senza giri di parole: moderati e riformisti in prospettiva possono liberarsi dall’abbraccio dei populisti, 5 Stelle da una parte e destra sovranista dall’altra, e marciare uniti. Magari partendo proprio dal 2022 con le elezioni di Palermo e poi le regionali siciliane.  

Senatore Faraone, i vostri segnali di insofferenza verso i 5 stelle, vostri alleati di governo si fanno sempre più frequenti. L’avventura del Conte bis durerà ancora?

“Parliamo di esperienze politiche diverse che si sono trovate a dare vita al Conte 2 per fronteggiare una situazione difficile. Il primo bilancio è positivo: con questo governo l’abbiamo spuntata nella trattativa europea, con Salvini e Meloni sarebbe andata diversamente. Quanto ai 5 Stelle, al loro interno c’è un’anima più riformista con cui si lavora bene. Penso alle semplificazioni, al modello Genova, su cui abbiamo collaborato bene con Cancelleri. Su quello siamo stati più in sintonia con loro che col Pd, che aveva la tendenza a non modificare nulla. Poi c’è un’anima estremista, quella di Di Battista. Bisogna vedere quale prevale”.

Sul Mes la partita interna tra le due anime grilline è aperta.

“Sì, sul Mes prevale l’ala estremista di Di Battista. E su altro pure. Quella è l’anima più pericolosa, più populista, più vicina alla demagogia di Salvini e Meloni. Pensate quante cose potrebbero farsi per migliorare il sistema sanitario siciliano. 

Voi a proposito di populismo e di estremismo avreste potuto sfiduciare Bonafede. Non ne avete avuto il coraggio.

“Ricorderà che Conte pose in Parlamento il tema della fiducia all’intero governo. Noi decidemmo di fare andare avanti l’esperienza di governo ma la nostra idea è modificare la politica sulla giustizia: è cambiato il direttore del Dap e poi c’è uno scontro continuo con il loro giustizialismo insopportabile. Abbiamo messo sotto la maggioranza sull’istituzione della giornata in memoria delle vittime degli errori giudiziari. Noi siamo l’ala garantista del governo”.

Tanto più che nel Pd stanno riaffiorando pulsioni che sembravano superate all’epoca di Renzi, tutt’altro che garantiste.

“Ci sono due anime anche lì. Riformisti come Gori e Bonaccini con cui parliamo benissimo. Ma poi c’è un’ala maggioritaria che si uniforma sempre più al Movimento 5 Stelle. L’idea di un nuovo Ulivo costituito da Pd e Movimento 5 Stelle ci fa rabbrividire. Questa crescente uniformità di queste due forze politiche di preoccupa e preoccupa chi ha creduto in un Pd che fosse un partito riformista”.

In Sicilia il vostro gruppo parlamentare neanche vota la sfiducia al governo. E in Aula spesso e volentieri vota con il centrodestra. Sicuri che siete all’opposizione?

“Noi siamo sicuramente all’opposizione. Correttamente il nostro gruppo fa un’opposizione diversa, e io li ringrazio per quello che stanno facendo. Sento parlare di ipotesi di alleanze Pd-5 stelle, noi ci stiamo muovendo in un altro modo. E se poi arriva il proporzionale scatterà il liberi tutti. Io politicamente mi sento molto più vicino a partiti come Forza Italia, Calenda, Più Europa, i Verdi, l’Udc, i centristi, gli autonomisti, di quanto non mi senta vicino ai 5 stelle. Se proprio devo pensare a un laboratorio politico per la Sicilia penso al fatto che tutte queste forze politiche si possano trovare insieme”.

Insieme alle elezioni?

“Ci sono appuntamenti che precederanno le Politiche: le elezioni comunali di Palermo e le regionali in Sicilia. È questo l’obiettivo che dobbiamo avere, la prospettiva da prendere in considerazione. Quindi facciamo un’opposizione diversa. Presentare una mozione di sfiducia a Musumeci tanto per rinnovargli la fiducia è stupido. Noi ci stiamo muovendo bene, coerentemente con la prospettiva politica che ci stiamo ponendo per il dopo. E poi, io vorrei anche valutare le alleanze sui temi concreti”.

Ad esempio?

“Noi vogliamo il Ponte, questi altri pure. Chi ci sta? Noi siamo per la raccolta differenziata ma anche per i termovalorizzatori di nuova generazione, chi ci sta? Loro sì, gli altri no. La lotta alla mafia deve essere la base per tutti, poi ci divideremo su tutto il resto, chi dava le patenti di antimafia in Sicilia abbiamo visto la fine che ha fatto e sinceramente non ne vogliamo più in Sicilia di questi professionisti. E ancora, abbiamo proposto la fiscalità di vantaggio e torneremo alla carica questa settimana a Roma”.

Su questi punti, lei dice, esiste un’area, diciamo centrista, tra moderati e riformisti, che è più omogenea.

“Dico che la Sicilia è un laboratorio ideale per un nuovo agglomerato politico. E credo che in Sicilia Italia viva sia molto forte. Ma si tratta adesso di creare un nucleo moderato e riformista”.

Sì, ma intanto i moderati di centrodestra vanno in piazza con Salvini e Meloni, accodandosi al loro populismo di destra. Non è un problema?

“C’è un sistema politico che ha creato dei miscugli. Se mi chiede quali sono le differenze tra noi e tanti che oggi stanno dall’altra parte io non riesco a trovarle. Credo che questo sistema politico tenderà a una maturazione. E per risponderle, quando vedo Tajani in piazza con Salvini e Meloni, io due si fanno i selfie, lui si nasconde.

Le amministrative di quest’anno sono troppo vicine per questo tipo di esperimenti?

“In queste amministrative prevale come è giusto l’elemento locale ed è complicato dare una lettura politica in contesti caratterizzati dal civismo”.


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