PALERMO – Bene i conti, altalenanti le alleanze, da rivedere le partecipate. Superato da poco il giro di boa, è tempo di bilanci per il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e la sua amministrazione che il prossimo giugno arriveranno a tre anni di mandato.
Un successo elettorale in qualche modo previsto, quello di metà 2022, anche se forse non con le percentuali raggiunte nelle urne. Una vittoria schiacciante, quasi il 50 per cento, che ha incoronato l’ex rettore nuovo primo cittadino, facendogli ereditare una situazione a dir poco problematica.
Un’eredità difficile
Non si può dire, infatti, che Palazzo delle Aquile godesse di ottima salute, poco più di due anni e mezzo fa. Il capoluogo siciliano era stato costretto, qualche mese prima, a siglare con lo Stato un piano di riequilibrio fatto di tagli e tasse: il prezzo da pagare per evitare il fallimento.
Per non parlare del personale ridotto all’osso, delle partecipate in difficoltà economiche, dei servizi al palo, delle opere pubbliche lumaca, delle strade colabrodo o del cimitero dei Rotoli, pieno di salme in attesa di sepoltura.
Tempo di bilanci
A trentadue mesi dalla proclamazione della vittoria elettorale, è possibile tracciare un primo bilancio. Alcuni obiettivi sono stati raggiunti, altri parzialmente ma ci sono anche temi su cui la sufficienza è ancora lontana.
Conti e cimiteri, obiettivo raggiunto
Il cimitero dei Rotoli non ha più bare accatastate le une sulle altre, un obiettivo quasi impensabile fino a tre anni fa. Merito dell’impegno dell’amministrazione, dell’assessore Totò Orlando, r del commissariamento statale che ha garantito procedure veloci e finanziamenti certi.
Promozione anche sui conti: Palermo è sempre in riequilibrio ma con un aggiornamento del piano che lo ha reso più digeribile. I bilanci sono stati allineati, la cassa è florida e le anticipazioni non sono più la regola.
La coalizione tiene
Non sempre i numeri in Aula sono garantiti, sulle commissioni si è registrato uno stop ma si può dire che il centrodestra finora abbia mantenuto la coesione, almeno nei momenti del maggior bisogno. Lagalla è stato costretto a qualche ritocco in giunta ma ha saputo tenere il punto, come sul Teatro Massimo, sebbene l’alleanza con Lombardo e Micciché gli abbia fatto un po’ perdere la connotazione civica e creato qualche grattacapo in più.
Qualche giorno fa in Aula è arrivato, poi, un doppio stop: sulle commissioni è stato bloccato il ricambio dei presidenti, cosa che priva il gruppo dei lagalliani di una poltrona, mentre sul Dup sono stati cassati tutti gli emendamenti tra cui quello sull’Astoria. Un’operazione, quest’ultima, cara al primo cittadino che ha dovuto ‘ingoiare il rospo’.
Strade e opere, si riparte
Da segnalare anche la ripresa della manutenzione stradale, ferma da anni. Giunta e consiglio hanno messo parecchio denaro nei capitoli di bilancio e il risultato è che le principali arterie stanno tornando a essere percorribili, malgrado alcune siano ancora simili a strade di campagne.
Il raddoppio del ponte Corleone non sembra più una chimera e la messa in sicurezza della struttura, almeno in direzione Catania, ha eliminato le restrizioni, così come è partita la messa in sicurezza del ponte Oreto. Bene anche il personale, con nuove assunzioni e stabilizzazioni.
Partecipate, strada in salita
La note dolenti sono, e non è una sorpresa, le partecipate. Amg ha aperto ai privati che però non si sono ancora visti, la Reset è tornata al full time ma a costo di trovare le risorse di anno in anno mentre su Rap e Amat la situazione appare più complessa.
Il Comune ha deciso di salvare la Rap per l’ennesima volta, approvando la ricapitalizzazione, ma adesso serve un piano industriale degno di questo nome e un contratto di servizio che non rendano eccezionale pulire le strade e raccogliere l’immondizia.
La differenziata continua ad allargarsi in centro e nella zona nord della città ma ancora non basta, visto la percentuale che inchioda Palermo in coda alle classifiche regionali e nazionali.
Su Amat serviranno parecchi sforzi, dal momento che l’idea di coprire i costi del tram con la Ztl si è rivelata un fallimento annunciato. L’azienda chiede assunzioni e risorse, a fronte di ricavi in aumento e di un servizio che comunque offre segnali di miglioramento. Il problema sarà garantire l’equilibrio economico anche con le prossime linee, i cui cantieri sono pronti a partire.