Dal governo due stop alla Sicilia| Centri storici, impugnata la norma - Live Sicilia

Dal governo due stop alla Sicilia| Centri storici, impugnata la norma

Fermato anche l'adeguamento Istat degli aiuti ai talassemici: "Non può gravare sui fondi sanitari"

Decisioni del Consiglio dei ministri
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PALERMO – Dopo l’ok alla Finanziaria, la Sicilia attende da Roma segnali positivi sulla possibilità di potere spalmare in trent’anni il disavanzo da 2,1 miliardi di euro certificato dalla Corte dei conti ma intanto Palazzo Chigi lancia due segnali negativi all’Isola: il Consiglio dei ministri ha impugnato, infatti, due norme del disegno di legge sulle variazioni di bilancio, la manovrina varata dall’Ars a fine 2018. Il governo Conte dice ‘no’ alla modifica delle regole sui centri storici e stoppa anche l’aumento Istat di un milione di euro destinato ai vitalizi e al rimborso chilometrico per i talassemici, che era stato inserito nella stessa legge.

Secondo Palazzo Chigi la norma varata a dicembre dal Parlamento regionale, che modifica la legge sul recupero del patrimonio edilizio dei centri storici, è in contrasto con il Codice dei beni culturali e del paesaggio. Le modifiche, dunque, violerebbero la Costituzione, che riserva la materia alla competenza esclusiva dello Stato. Le innovazioni inserite a dicembre, contrastate sia dal Movimento cinque stelle con Giampiero Trizzino che dal deputato de I cento passi Claudio Fava, prendono in considerazione lo ‘Studio di dettaglio’ che ogni comune deve adottare per la classificazione dei diversi tipi di edifici presenti nel proprio centro storico. Le modifiche apportate dal Parlamento regionale danno la possibilità ai privati, nei casi in cui il Comune sia ancora sprovvisto del documento, di avanzare un proprio “studio di dettaglio stralcio” anche per una sola unità edilizia. “Una follia”, disse a dicembre Trizzino e il governo giallo-verde ora pone il suo alt: in questo modo si arriva a una “parcellizzazione in stralci dello studio di dettaglio” e tutto ciò rischia di “vanificare” l’elaborazione di criteri omogenei per il recupero dei centri storici. Delegando al decisione ai privati, e con una Conferenza dei servizi in cui il parere della Soprintendenza “potrebbe risultare minoritario”, secondo il governo Conte si rischia di dare vita a “interventi molto impattanti, fino alla demolizione, senza che sia prevista l’autorizzazione”. Insomma, le modifiche varate dall’Ars aprirebbero spazi di manovra troppo larghi per i privati che vogliono effettuare interventi edili nei centri storici. 

Roma bacchetta la Sicilia anche per l’adeguamento Istat dei fondi destinati ai vitalizi e ai rimborsi chilometri per i talassemici. Nessun pregiudizio verso gli aiuti alla categoria, ma il governo nazionale ricorda che questi non possono gravare sulla spesa sanitaria. Gli stessi rilievi, infatti, erano stati avanzati già in passato e la Sicilia “aveva garantito – spiega Palazzo Chigi – che l’adeguamento dell’indennità per i talassemici sarebbe stato coperto con i fondi regionali di natura sociale”. Così non è stato e quelle risorse sono state reperite dal capitolo Sanità, da tempo ormai sotto stretta osservazione per via del Piano di rientro dal disavanzo stabilito tra Stato e Regione. Quella norma, quindi, secondo Roma viola le regole sul contenimento della spesa sanitaria e di conseguenza è “in contrasto” con il principio generale di coordinamento della finanza pubblica contenuto nella Carta. Quell’aumento rappresenterebbe “un livello ulteriore di assistenza” che la Regione Siciliana non può garantire, a meno che non sposti il prelievo sui fondi di natura sociale salvaguardando il rientro dal disavanzo sanitario.

*Aggiornamento
“E’ una vergogna! Il Consiglio dei ministri ha impugnato una norma approvata dal Parlamento siciliano sol perché non è condivisa dal Movimento 5 Stelle. Chiederò al presidente dell’Ars Micciché e al presidente della Regione Musumeci di resistere presso la Corte costituzionale e impedire che il governo possa esercitare una tale ingerenza nei confronti dell’autonomia legislativa del nostro Parlamento, il più antico del mondo”. Lo dice Nello Dipasquale, segretario alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, in merito all’impugnazione della norma sui centri storici.


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