Una persona splendida, un marito esemplare e un padre dolce, affettuoso e presente, che lascia un vuoto non facilmente colmabile. Viene dipinto così, dai vicini, Massimo Mamì (nella foto), scomparso tragicamente martedì dopo essersi schiantato con la moto contro la portiera di un’auto aperta improvvisamente dalla guidatrice in via Brigata Verona.
Nel corso dei funerali che si sono svolti in mattinata, si avvertiva un clima di grande commozione, durante l’omelia anche il parroco ha parlato di “una perdita importante per tutti”.
Stefania Bruno, vicina di casa della famiglia Mamì, ricorda così l’ingegnere: “Un uomo straordinario, sempre sorridente, conciliante, con una moglie splendida e dei figli eccezionali. Non me la sento di parlare di scomparsa, ma di vero e proprio furto. Non è possibile credere che sia accaduto davvero”.
Neppure il portiere dello stabile, Federico Cafiero, riesce a darsi pace: “Non si può perdere la vita in questo modo. L’ingegnere era una persona affettuosa, positiva, per accettare la sua perdita ci vorrà davvero tanto tempo. Mi stringo al dolore dei familiari e dei parenti più cari”.
Lo descrive come una persona dai “nobili sentimenti”, invece, la signora Carmela Ammirata: “L’ingegnere era una brava persona. Voleva molto bene alla mia famiglia, con mio marito aveva un rapporto di reciproco rispetto e affetto. Lo avevo incontrato poco prima dell’incidente, se solo l’avessi trattenuto qualche minuto in più, forse, non sarebbe andato incontro alla tragedia”.