Il conto alla rovescia è saltato. O per lo meno è rimandato. Il provvedimento che introduce a Palermo la Zona a traffico limitato non entrerà in vigore domani. Se ne parlerà il 15 aprile. Sempre che nel frattempo il Tar non accolga la richiesta di sospensiva presentata contro la discussa misura voluta dal Comune di Palermo, che impone di pagare cento euro a vettura per transitare con l’auto in centro città.
Dopo il caos agli sportelli dei giorni scorsi, altro caos adesso. Il sindaco Leoluca Orlando insiste su quella che definisce una “scelta epocale e culturale”. Ma il primo cittadino sperimenta, come era toccato al suo predecessore per un provvedimento analogo, quanto sia difficile assumere una decisione in Italia. E quanto, di conseguenza, sia permanente lo stato di incertezza in cui nei più svariati campi, il cittadino è chiamato a muoversi. Un’incertezza che ovviamente si impenna tanto più controverse e discutibili – o semplicemente impopolari – sono le misure che chi è chiamato a governare intende adottare. Lo spettro di un Tar che blocca tutto è sempre dietro l’angolo. Il che fa ovviamente parte del gioco della democrazia, che garantisce a ciascuno di far valere i propri diritti davanti a un’autorità giudiziaria. In un ordinamento giuridico intasato da decine di migliaia di leggi, leggine e codicilli, però, tutto questo si trasforma spesso in incertezza se non addirittura in paralisi. E costringe in molti casi a marce indietro. Come accaduto nelle ultime ore in un’altra controversa vicenda, che riguarda la Sanità.
È di questi giorni infatti la notizia della mezza marcia indietro del ministero della Salute sul discusso decreto sull’appropriatezza, che introduceva una stretta alla possibilità dei medici di prescrivere esami. È stata infatti emanata una circolare ministeriale per regolamentare la fase transitoria nell’applicazione del decreto, in attesa delle modifiche annunciate dopo l’intesa tra Governo, Regioni e ordini dei medici del 12 febbraio scorso. Tra l’altro, oltre ad alcuni chiarimenti e indicazioni sulle modalità di prescrizione, e su prestazioni specifiche, non ci sono più le sanzioni ai medici nella fase sperimentale, nessuna nuova limitazione prescrittiva per pazienti oncologici, cronici o invalidi.
Lo schema è ricorrente: fuga in avanti con norme shock (magari pasticciate), polverone di proteste e dissensi, revisione delle posizioni di partenza con norme che scendono a più miti consigli, recependo almeno in parte le richieste di addetti ai lavori e altri gruppi di pressione (che a quel punto forse era meglio prendere in considerazione in partenza). Accadrà lo stesso a Palermo per i cento euro della discordia? Si vedrà, anche se per il momento l’amministrazione, dopo lo scivolone, sembra intenzionata a tirare dritto. Giudici del Tar permettendo, s’intende.