PALERMO -Nel giorno di gloria di Rosario Crocetta, il controcanto se lo intesta Gianpiero D’Alia. Il leader dell’Udc non si unisce ai cori di approvazione della maggioranza e veste i panni dell’alleato scomodo giocando al rilancio. La riforma delle Province non è un’abolizione, come invece cheideva l’Udc, dice D’Alia, che parla di “bufala” e ridimensiona la portata della rivoluzione crocettiana sul fronte degli enti locali.
“Non voteremo mai un testo burla sulle province. Noi siamo per la soppressione con contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e Regione”. Proprio mentre Rosario Crocetta si appresta a illustrare ai giornalisti la riforma delle Province, D’Alia, affida a Facebook il suo altolà. “Siamo per la fusione dei piccoli comuni al di sotto dei 10.000 abitanti e per l’obbligo della unione dei comuni per quelli al di sotto dei 50.000 abitanti – scrive D’Alia sul suo profilo –. Pensare di cambiare il nome alle province chiamandole unione dei comuni, prevedendone, inoltre, l’ampliamento del numero con una delibera di giunta mi sembra obiettivamente una burla che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa”.
“Siamo, inoltre, contrari al reddito di cittadinanza perchè vogliamo un serio ed efficace piano di lotta alla povertà e di sostegno alle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese”, prosegue il segretario centrista poco più tardi in un comunicato stampa che riprende quanto pubblicato sul social network. D’Alia aggiunge: “Qui per noi sta il confine tra populismo e buon governo. Ne parleranno oggi i nostri deputati in gruppo all’Ars e decideremo il da farsi sabato prossimo al nostro comitato regionale”.
Più tardi D’Alia rincara la dose sul suo sito: “Il testo del governo l’ho letto e mi sembra una bufala. Crocetta mostri rispetto nei confronti dell’Udc e dei siciliani. Forse lui il testo l’ha letto e non lo ha capito”. Lo afferma il segretario dell’Udc siciliana, Gianpiero D’Alia. “Le Province o si sopprimono o restano. Fare una operazione di facciata per arruffianarsi i grillini è inaccettabile”.