Dalla gloria del pallone alla cronaca: chiedi chi era Vasari

Dalla gloria del pallone alla cronaca: chiedi chi era Vasari

L'ex campione rosanero in disgrazia e una città che, talvolta, non perdona l'amore che ha dato.

Chiedi chi era Vasari. E tutti risponderanno: è il ragazzo che ci ha fatto sognare quando eravamo poveri. E quei sogni avevano un sapore reso indimenticabile dalla fame.

Chiedi chi era Gaetano Vasari e tutti ricorderanno un Palermo-Pistoiese sotto un acquazzone mai visto. Allo stadio c’erano gli eroi. La Tv mandò in onda l’immagine di un milite ignoto del tifo, percosso dalla pioggia e dal vento, protetto da un ombrelluccio sfigato che non poteva riparare nemmeno se stesso. In quell’apoteosi di acqua e di fango, Tanino Vasari segnò un gol che nessuno ha dimenticato e che, da allora, è sistemato nella bacheca della gloria e del maltempo, accanto alla rovesciata di Santino Nuccio contro la Juve Stabia.

Chiedi chi era Tanino Vasari e tutti ti parleranno di un Palermo-Bari, nell’anno della promozione già ottenuta. Tanino entra da sostituto e si sa della voglia matta che avrebbe di dedicare un gol al papà scomparso che lo intuì calciatore prima degli altri. C’è un batti e ribatti in area, poi un diagonale che precede un dito che indica il cielo. Tanino ha segnato davvero e può sciogliersi nel ricordo, mentre i compagni lo portano in trionfo. In tribuna stampa piangevano pure quelli che non piangono mai.

Chiedi chi era Vasari, con il numero sette sulle spalle e le scarpette che volano, come in una canzone di De Gregori. E tutti, con gli occhi lucidi, avranno nella mente e nel cuore un Palermo-Parma di tanti anni fa, con i picciotti di Ignazio Arcoleo. Tre a zero. Gol di Caterino, doppietta di Tanino. E tanti saluti a Stoichkov.

Chiedi chi era Vasari e tutti racconteranno la storia del figlio del popolo che provò l’ebbrezza del decollo, sulle ali del pallone, e l’amarezza dell’atterraggio per la zavorra della cronaca. Scriviamo della storia di questi giorni, intrisa di altre vicende che non riguardano più il profumo dell’erba bagnata. L’ultima notizia è questa e l’abbiamo raccontata così: Gaetano Vasari è tornato libero. Il giudice per le indagini preliminari Giuliano Castiglia ha revocato gli arresti domiciliari dell’ex calciatore del Palermo, finito nei guai per la bancarotta del panificio che gestiva a pochi passi dallo stadio Barbera. Qui i dettagli.

Il poeta rosanero Benvenuto Caminiti, su facebook, ha scritto, con saggezza: “Tanino, poi, lo incontravo di tanto in tanto, quand’ero di passaggio da quelle parti, al suo panificio di De Gasperi, ed era sempre sorridente ed aveva sempre quel suo sguardo di bambino (…). Spero, anzi, che i suoi occhi tornino presto a riflettere l’innocenza di una volta”. Ma, invece, come sei poco saggia, talvolta, Palermo. Che perdoni gli eroi, finché sono sul campo e poi li rinneghi. E non c’entrano il giudizio che verrà o che già c’è. Gli errori a qualunque titolo sono tali, non cambiano per la benedizione cronologicamente lontana di un mito. Tuttavia, nemmeno si possono dimenticare i giorni trascorsi insieme.

Palermo, Palermo, tu che sei sempre pronta a scusare il potente o il personaggio celebre, almeno fino a quando non finisce nella polvere. E allora travolgi uomini e storie senza pietà e dimentichi che la protervia è l’opposto di un sereno e non indulgente giudizio. Perché il vero giudizio non colpisce mai le persone al cuore, nell’istante della caduta. Certo, non tutti dimenticano, c’è chi riesce a valutare, senza la necessità di affondare. C’è chi tiene insieme la capacità di analizzare e l’affetto di ieri. C’è chi non ha bisogno di fare pagare a caro prezzo l’amore.

Ma quando avrai voglia di un gol, come un arcobaleno improvviso, nell’acquazzone, o di un sorriso ritrovato, di una giovinezza mai perduta, tu chiedilo al vento, perché il vento ricorda ogni corsa e ogni dribbling. Chiedi chi era Vasari.


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