"Datemi il corpo di mio marito" - Live Sicilia

“Datemi il corpo di mio marito”

Gela, la moglie del disperso
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 “Voglio il corpo di mio marito. Anche a pezzi, ma lo voglio. E me lo devono trovare, a costo di fare intervenire l’esercito”. E’ l’appello disperato lanciato da Grazia Granvillano, la moglie 33enne di Nunzio Incardona, il bracciante agricolo di Gela disperso durante il nubifragio del primo febbraio. La donna, parlando con i giornalisti, ha usato toni forti perché teme che le ricerche stiano per essere sospese, “come se a sparire – dice – fosse stato un cane”. “Dopo 10 giorni – aggiunge Grazia Granvillano – le perlustrazioni a terra sono quasi cessate. A mare resta in attività una imbarcazione della guardia costiera per avvistare il cadavere, ma nessun sommozzatore ha mai effettuando ricerche subacquee”. L’avvocato della donna, Antonella Di Benedetto, intende rivolgersi al procuratore, Lucia Lotti, per una valutazione dei fatti. La famiglia Incardona (moglie e due figli, gemelli, di 7 anni, rimasti senza alcuna fonte di sostentamento), vive in una casa umida di due stanze, in un pianoterra del quartiere “Catina Sociale”. Gli aiuti promessi da comune e provincia non sono arrivati. E i bambini cercano il loro padre. “Non vogliono accettare l’ idea che possa essere deceduto”, dice la donna.


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