Secondo il dizionario Devoto Oli, sul piano ideologico o politico lo ‘strappo’ è un’interruzione più o meno definitiva e traumatica di un rapporto di consuetudine, di subordinazione o di collaborazione. Nel ciclismo, invece, si tratta di un’accelerazione improvvisa del ritmo della pedalata. Da venerdì scorso circolano in rete e sui social network diversi video, che parlano dello “strappo di Palermo” e danno appuntamento a sabato 4 dicembre alle ore 10 in piazza Politeama. Il tutto rigorosamente in forma anonima.
Così in questi giorni è cresciuta la curiosità tra gli internauti palermitani. Oggi, almeno in parte, si svela l’arcano. E arriva una firma. È quella di Davide Faraone, il ‘rottamatore’ di palazzo delle Aquile. Faraone è da mesi in rotta di collisione con quella che lui stesso definisce come ‘la vecchia politica’ nei video di promozione dell’iniziativa. A chi si riferisca con ‘vecchi politici’ non è ancora dato saperlo: non è chiaro, infatti, se questo nuovo strappo sarà interno a sala delle Lapidi o si riferisca, invece, al suo partito.
Certo, un’indicazione nel manifesto c’è: “verso le primarie Palermo 2011” si legge. E dentro il suo partito, di voglia di primarie pare non ci sia traccia. Così anche lui, il consigliere comunale da tempo smarcato da capogruppo dei democratici che ambisce alla poltrona di primo cittadino del capoluogo, ha fatto sparire ogni traccia del simbolo del Pd. Nessun ramoscello d’ulivo sul manifesto, niente che rimandi al progetto politico di Bersani, Lupo o Cracolici. Cosa avrà in mente allora Faraone? Gli attriti delle scorse settimane con quella frangia dirigenziale del partito che le primarie proprio non le vuole saranno arrivati a un punto di non ritorno? Bisognerà aspettare ancora qualche giorno prima di sapere cosa vorrà dire, con quello strappo di Palermo, Davide Faraone.
