Ddl Zan, polemica tra Pride Palermo e sottosegretario Scalfarotto - Live Sicilia

Ddl Zan, polemica tra Pride Palermo e sottosegretario Scalfarotto

Botta e risposta dopo la bocciatura del Ddl Zan in Senato

PALERMO – “Riteniamo irricevibile l’invito dell’amico Francesco Lepore a un tavolo in cui siede chi ha svenduto i nostri diritti sull’altare delle mediazioni di governo già nel 2013”. E’ quanto si legge in un comunicato del direttivo del Palermo Pride, in riferimento alla presenza del sottosegretario al ministero dell’Interno Ivan Scalfarotto, domani, alla presentazione del libro di Lepore, “Il delitto di Giarre”, che si terrà domani pomeriggio a Palermo, presso Sala delle Lapidi. Scalfarotto sarà tra i relatori dell’iniziativa.

All’iniziativa avrebbe dovuto prendere parte anche un esponente del coordinamento Palermo Pride. La polemica verte sulla recente bocciatura, al Senato, del ddl Zan. Domani alle 17, in contemporanea con la presentazione, il Palermo Pride invita la città a recarsi a piazza Pretoria, davanti alla sede del Comune, dove sarà presentato il libro. Tra i relatori ci sarà anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

La replica

“Il fatto che io sia gay non mi impedisce di pensarla diversamente dal Palermo Pride o da altre associazioni LGBT e di rivendicare con piena convinzione la fondatezza delle mie opinioni – replica il sottosegretario Scalfarotto – Sono fermamente convinto, in questo campo e non solo, che lo scopo della politica sia quello di portare a casa tutto ciò che è possibile quando è possibile, e che il progresso umano non faccia quasi mai dei salti, ma che più spesso proceda per successive approssimazioni. Non erano leggi perfette né la legge sul divorzio, né quella sull’aborto, né quella sulle unioni civili, ma non rinuncerei mai a nessuna di quelle leggi in nome di un “tutto o niente” che il più delle volte ti lascia col niente in mano”.

“Credo pertanto che la gestione del cosiddetto disegno di legge Zan – continua Scalfarotto – sia stata frutto di un’imperdonabile incompetenza o di un incredibile cinismo. In una situazione come quella del Senato, completamente diversa quanto ai numeri rispetto a quella della Camera, essere rifuggiti da ogni compromesso ci lascia oggi senza alcuna tutela giuridica contro l’omotransfobia. Il Palermo Pride è libero di pensarla come vuole ma spero la medesima libertà di opinione sia concessa a me, che da parlamentare rappresento la Nazione e non le associazioni rappresentative della minoranza cui appartengo”.


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