PALERMO – Sulla carta è una forza che conta dieci parlamentari ma il peso specifico dell’intergruppo che sta per nascere tra Sud chiama nord e Democrazia cristiana potrebbe aumentare, catalizzando l’attenzione di alcuni deputati in cerca di una casa politica anche in chiave futura. Ad aprire la strada è stato Cateno De Luca, che ha avviato una nuova fase del suo viaggio politico. Il sindaco di Taormina sta archiviando l’esperienza di Sud chiama nord, che farà parte nel nascente ‘Governo di liberazione’ come confermato dalla presidente Laura Castelli, e punta su un nuovo brand: ‘Ti amo Sicilia’. La palla è stata colta al balzo dalla Dc.
L’intergruppo parlamentare De Luca-Dc
I deputati centristi nelle scorse settimane hanno vissuto attimi di smarrimento per l’inchiesta giudiziaria che ha investito lo scudocrociato, ma il gruppo sembra avere resistito alle sirene degli altri partiti e ora sta pensando alla fase 2. Sud chiama nord e Democrazia cristiana manterranno formalmente gruppi parlamentari separati ma all’Ars la voce sarà univoca e rappresenterà, di fatto, la terza gamba in ordine di grandezza del governo Schifani.

La richiesta a Schifani
Sulla base di questi presupposti nelle prossime ore i protagonisti dell’operazione, nata tra le antiche mura del Parlamento siciliano ma con una prospettiva che guarda alle elezioni regionali del 2027, busseranno alla porta del presidente della Regione. Una delegazione del gruppo Dc chiederà a Schifani il reintegro in Giunta, puntando soprattutto sul fatto che l’inchiesta non ha gettato ombre sull’operato dei due ex assessori, Nuccia Albano e Andrea Messina.
I centristi, che hanno confermato pieno sostegno al governo, chiederanno “piena dignità politica” anche alla luce del “supporto elettorale” dato alla coalizione di centrodestra che vinse le elezioni del 2022. La mossa servirà anche a lanciare un segnale agli amici-nemici del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo, che da tempo aspirano ad aumentare il numero della propria delegazione in Giunta.
De Luca-Dc, prospettiva 2027
Davanti all’ipotesi di un rimpasto, che è sempre stato rinviato al 2026, i democristiani provano a riacquisire “agibilità politica”. L’obiettivo degli animatori del progetto è uscire dall’angolo nel quale sono finiti a inizio novembre. Al di là della risposta di Palazzo d’Orleans, tuttavia, il progetto guarda al futuro. L’iniziativa dell’intergruppo parte dalle antiche mura del Parlamento siciliano ma guarda alle elezioni regionali del 2027 e alla possibile costituzione di una lista centrista.

A Caltagirone sulle orme di don Sturzo
De Luca, del resto, nel corso della sua ultima conferenza stampa, ha dato appuntamento al 18 gennaio a Caltagirone. Il un riferimento è chiaro ed esplicito: l’‘Appello ai liberi e forti’ di don Luigi Sturzo. Per quella data saranno passati 107 anni dal documento che segnò l’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana. Ad oltre un secolo di distanza i democristiani, oggi orfani di Totò Cuffaro, proveranno ad aprire la strada ad un nuovo soggetto politico che però non potrà guardare al passato.
Il peso della nuova ‘cosa centrista’
La geografia di questa nuova ‘cosa centrista’ è facilmente intuibile. Il peso politico di De Luca nel Messinese e in altre province dell’Isola, come Catania, si unirebbe alla roccaforte elettorale della Dc che si assesta tra le province di Agrigento e Palermo. Tutto questo senza dimenticare Ragusa, collegio elettorale del presidente della prima Commissione, Ignazio Abbate. In questo percorso è coinvolto anche l’Udc, sigla che nei giorni successivi allo scoppio dell’inchiesta giudiziaria era stata indicata come la possibile destinazione di alcuni deputati regionali e che in passato ha visto proprio De Luca nelle sue file. La mossa dell’intergruppo ha frenato ogni pulsione dei gruppo parlamentare verso l’esterno e ora si guarda alla contromossa.

