Dead man working - Live Sicilia

Dead man working

Formazione, il commento
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Lavorano e sono socialmente morti. Camminano e il fiato si assottiglia, passo dopo passo. Ognuno di loro è un “dead man working”, uno zombie della Formazione. I frammenti raccolti con puntiglio da Accursio Sabella, uno dei pochi giornalisti che segue la vicenda complessiva nel suo impatto umano, dimostra che questa non è una storia di flessibilità e di opportunità. La Sicilia non è diventata improvvisamente l’America dei portoni d’oro che si spalancano, quando una porticina di rame si chiude. Vi stiamo raccontando la trama di una catastrofe che resterà sommersa finché non tracimerà in tragedia. L’altra volta, uno dei ragazzi della Formazione ha tentato il suicidio. Conosciamo il dolore di Agostino Bova, ex operaio della Fiat, che ha ucciso la moglie, ha sparato alla figlia e si è ammazzato. Non strumentalizziamo, ma c’è un evidente nesso di concausa tra il gesto disperato di un padre e la sua rovina economica. Non suggerisce niente?

Con la Fiat di Termini abbiamo chiuso gli occhi. Siamo animali ammaestrati. Ci hanno insegnato che il meraviglioso mercato è così. Le aziende aprono e chiudono, ogni tanto un soggetto fragile resta impigliato negli ingranaggi. Pazienza, la nuova frontiera esige saltuari sacrifici umani. E noi, ubriaconi dell’impossibile, ci abbiamo creduto per cinismo e per comodità. Finora – a onore di cronaca – si sente soprattutto il clamore delle porte sbarrate, di portoni spalancati non ce n’è. Vogliamo continuare nella farsa? Vogliamo trascinare i piedi nella nostra Matrix quotidiana, con i paraocchi e il rifiuto di vedere le persone che boccheggiano a un centimetro dalla nostra presunta sicurezza?

Noi no. Il mercato che esige sangue come una capricciosa divinità fa schifo. La politica è assassina e complice nel momento in cui non riesce a trovare la chiave adatta. La politica non può limitarsi ad alzare le spalle al cospetto della frana della Formazione. Altrimenti non avrebbe motivo di esistere. C’è e governa per risolvere drammi e problemi. La contabilità perfetta non è sempre la soluzione giusta.
Allora la domanda è atroce e semplice: dobbiamo per forza aspettare il primo Agostino Bova del Cefop? Abbiamo bisogno dello schiocco della pistola e dei cadaveri? Attenderemo in silenzio che si compia la condanna del “Dead man working”? Noi no, ancora una volta, perché non ci piace e non ci conviene. Gli animali ammaestrati, prima o poi, finiscono i loro giorni in macelleria, dalla parte sbagliata del bancone. Tutti, pure le pecore che guardavano altrove.


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