Delitto di Capizzi, chi era la vittima: il cordoglio della scuola

Delitto di Capizzi, chi era la vittima: il cordoglio della scuola

La preside: "Stretti al dolore della famiglia". Il sindaco: "Una tragedia"

CAPIZZI (MESSINA) – Giuseppe Di Dio, il 16enne vittima di un delitto a colpi d’arma da fuoco in mezzo alla strada, era uno studente modello. Iscritto all’Alberghiero, nell’istituto omnicomprensivo Don Bosco Majorana di Troina, era conosciuto come un ragazzo perbene. Dedito allo studio, aiutava spesso la sua famiglia, che ha un’azienda agricola e zootecnica.

Partecipava ai progetti della scuola. E i docenti raccontano la sua partecipazione in classe. A scuola era benvoluto da tutti. La dirigente scolastica dell’istituto, Mariangela Santangelo, ha già espresso il suo cordoglio sui social. “Tutta la comunità scolastica – ha scritto – si stringe al dolore della famiglia per l’immane tragedia che ci ha colpiti”.

“Si resta sgomenti e annientati dinanzi a tanta crudeltà e al dolore straziante che essa ha generato – ha aggiunto la preside -. Riposa in pace tesoro. Sarai sempre nei pensieri e nei cuori dei tuoi compagni, dei tuoi professori, dei collaboratori scolastici e della tua preside”.

Il sindaco di Capizzi : “Una vera tragedia”

“La nostra comunità è sgomenta e incredula, è una vera tragedia. Io insegno a Nicosia e non conoscevo personalmente il giovane ucciso che andava a scuola a Troina, ma conosco la famiglia fatta di gente per bene e grandi lavoratori. Mi dicono che il figlio era un ragazzo timido, bravo e studioso”. Lo dice il sindaco di Capizzi (Messina) Leonardo Giuseppe Principato Trosso commentando l’omicidio del ragazzo di 16 anni, ucciso a colpi di pistola ieri sera davanti a un bar della piccola cittadina, che conta meno di 3 mila abitanti.

“Conosco la famiglia del presunto omicida, persone con diversi precedenti penali – aggiunge il sindaco – L’anno scorso alcuni componenti della famiglia sono stati indagati per avere dato fuoco alla caserma dei carabinieri, due giorni fa sono stati sottoposti a controlli perché sospettati di possedere armi. Ieri sera poteva essere una strage, quel bar è frequentato da molti ragazzini. I nostri carabinieri sono pochi e più volte ho chiesto al prefetto dei rinforzi. Proclamerò il lutto cittadino”.

Il sindaco di Troina: “Terribile senso d’impotenza”

“Sono certo di interpretare il sentimento diffuso dei miei concittadini che si stringono affettuosamente alla comunità della vicina Capizzi e alla famiglia del giovanissimo Giuseppe Di Dio, barbaramente ucciso ieri sera. Stamattina sono venuto a conoscenza che Giuseppe viaggiava tutti i giorni per Troina, dove frequentava il terzo anno del nostro istituto alberghiero. È successo a Capizzi, ma sarebbe potuto succedere in qualunque città”. Lo scrive sui social il sindaco di Troina, Alfio Giachino sui social.

“Una degenerazione che, insieme ad una tristezza immane, ci lascia addosso un terribile senso di impotenza e di fallimento complessivo. Che Giuseppe possa riposare in pace”, conclude.

Lutto e rabbia sui social

Intanto, mentre si prova a dare un senso a questa tragedia, ipotizzando un movente, in paese c’è chi sospetta che Giuseppe potesse non essere l’obiettivo designato di chi ha sparato. Il ventenne sottoposto a fermo, infatti, è descritto come già noto alle forze dell’ordine. Indiscrezioni vicine a chi indaga, ad ogni modo, al momento non si sbilanciano. Il movente per ora resta ufficialmente “ignoto”.

Nei social intanto è  un coro unanime di cordoglio, ma anche di rabbia. C’è chi sostiene che si sarebbe dovuto intervenire prima, chi chiede più sicurezza. “Che tragedia ma come si fa, uccidere così un ragazzo di appena 16 anni, senza parole, ormai le scene da far west sono diventate una normalità”, scrive Marinella. “È un grande fallimento dell’umanità”, aggiunge Patrizia.

Le indagini: l’ipotesi dell’errore

Le indagini dell’Arma procedono intanto a 360 gradi. L’arma del delitto è tuttora sotto sequestro e sarà sottoposta agli esami balistici previsti in questi casi. In queste ore si susseguono gli interrogatori di persone che potrebbero essere a conoscenza dei fatti. I tre fermati sarebbero ancora in caserma. Procede la stazione di Capizzi e della compagnia di Mistretta, diretti dal capitano Silvio Imperato.

Una delle ipotesi è che possa essere stato colpito accidentalmente, mentre l’obiettivo del killer sarebbe stata un’altra persona. Il 20enne forse avrebbe voluto sparare a un’altra persona con cui avrebbe avuto dei contrasti in passato.

L’autore del delitto, come detto, è un ventenne. Assieme a lui sono stati fermati il padre di 48 anni e il fratello di 18. I due sono accusati di averlo accompagnato sul luogo del delitto. Ma non è chiaro se sapessero quali erano le intenzioni del loro congiunto. Sono elementi che i militari sottoporranno al vaglio della Procura di Enna, diretta da Ennio Petrigni. L’omicidio è avvenuto attorno alle 22 di ieri.

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