PALERMO – Una frase shock. Se davvero avesse ragione il perito potrebbe essere ad una svolta il processo per la scomparsa di Denise Pipitone. La Corte d’appello che sta processando Jessica Pulizzi ha incarico un esperto di riascoltare e trascrivere alcune conversazioni già acquisite ai fascicoli dei battimenti. Ed ecco saltare fuori l’intercettazione di un dialogo fra Jessica, assolta in dall’accusa di concorso in sequestro di persona, e la sorella Alice.
È l’11 ottobre 2004. Un mese e dieci giorni dopo la scomparsa della piccola a Mazara del Vallo. Jessica: “Eravamo a casa… la mamma l’ha uccisa a Denise”. Alice: “L’ha uccisa?… a Denise la mamma?… e dici tu sti cosi… boh… non le dici tu queste cose… boh”. Jessica: “Tu non ha parrari…”. Alice: “Chistu è logico”. Quel giorno Alice era attesa in Procura a Marsala per essere ascoltata.
Si tratta di un’interpretazione che si avvicina molto a quella di Pietro Indorato, il perito nominato dal legale di parte civile, l’avvocato Giuseppe Frazzitta (assiste Piera Maggio, madre della piccola), ma duramente contestata dai legali dell’imputata. Un perito di parte sostiene, infatti, che sia impossibile stabilire con certezza il contenuto delle parole, appena sussurrate e registrare nella rumorosa casa di Anna Corona, la madre delle Pulizzi, tirata in ballo dalla figlia nella contestata registrazione.
Il prossimo 16 gennaio Alice Pulizzi salirà sul banco dei testimoni della Corte d’appello. E i giudici le chiederanno conto e ragione di quelle frasi.
In primo grado Jessica Pulizzi, figlia dello stesso padre di Denise, fu assolta nonostante i pubblici ministeri di Marsala avessero chiesto una condanna a quindici anni. ”Una serie di indizi chiari, univoci e convergenti – affermarono i pm nella requisitoria – inducono a ritenere che Jessica sia stata l’autrice del sequestro. E’ colpevole senza alcun dubbio. Anche se non può aver agito da sola”. L’intercettazione apre oggi uno scenario che si iscrive sulla scia di quelle parole.