Depuratore, a rischio| finanziamento da 133milioni - Live Sicilia

Depuratore, a rischio| finanziamento da 133milioni

In Comune si discute ancora sul sito in cui realizzare il depuratore consortile. Il Consiglio propone Pantano D'arci, ma la  Regione ha scartato l'ipotesi.


ACIREALE – Una questione complicata, il rischio di perdere un finanziamento di 133milioni di euro,quella del depuratore consortile che dovrebbe convogliare i reflui di Acireale e di altri comuni limitrofi. Motivo del contendere, il sito dove il depuratore dovrebbe sorgere e che ha messo in subuglio l’intero consiglio comunale.

Molti consiglieri propongono Pantano D’arci come più volte auspicato dal tecnico nominato dal Comune, ma l’ipotesi è stata scartata dalla Regione e successivamente dall’Ato2 Catania che, nel frattempo, ha indetto un bando di gara per l’affidamento dei servizi professionali di progettazione preliminare e definitiva per la realizzazione dell’impianto di depurazione consortile che prevede un costo di oltre 7 milioni di euro.

Bando che, tra le righe, asserisce che “il sito dove fare sorgere l’impianto di depurazione è già individuato, e indicato nel vigente Prg e riconosciuto in Via Volano”. Da qui, una serie di dibattimenti in aula consiliare e gli interventi del vice presidente del consiglio comunale Nando Ardita che ha chiesto il ritiro del bando poichè “l’affermazione contenuta nel bando, quando si dice che il sito ove far sorgere l’impianto di depurazione è già individuato e indicato nel vigente Prg, è priva di fondamento”.

Il direttore generale del Consorzio Ato 2 Catania, Laura Ciravolo, in proposito, ha diffidato il Consiglio “a voler proseguire con procedura urgente e indifferibile gli avviati lavori di localizzazione urbanistica del sito destinato alla realizzazione del depuratore”. Declinando, tra l’altro, l’invito del civico consesso a confrontarsi in aula con tutti I tecnici interessati.

In una lettera inviata al sindaco ed a tanti altri Enti, il direttore dell’Ato bacchetta i consiglieri comunali definendo le loro dichiarazioni sulla mancata localizzazione del depuratore di Acireale “false” e ribadendo che il consiglio comunale ha individuato la zona dove costruire l’impianto, evidenziato il rischio che, ritardando ulteriormente l’approvazione della delibera, si va incontro a un danno erariale, vista la procedura di infrazione comunitaria già avviata, oltre al rischio della perdita del finanziamento.

Non sono mancati gli interventi in aula che hanno stigmatizzato l’operato del Direttore dell’ ATO 2 Catania: “L’ATO Acque si è auto-attribuito il ruolo di soggetto attuatore dell’impianto di depurazione – afferma il vice presidente del consiglio comunale di acireale Nando Ardita – e ha posto in gara la progettazione preliminare e definitva dell’opera con un carente studio di fattibilità e che non analizza le possibili soluzioni alternative, sulla base dell’affermazione, falsa, della già intervenuta individuazione del sito del depuratore nel vigente PRG, ma in relatà non esistono previsioni urbanistiche in merito alla localizzazione del depuratore consortile di Acireale; certamente – continua Ardita ai microfoni di LiveSiciliaCatania – la scelta per la realizzazione di un opera dell’importo di 133milioni di euro, non può essere effettuata mediante affermazioni estemporanee in occasione di una riunione operativa, ma deve essere consacrata nel documento progettuale, a tal fine normativamente previsto ovvero, lo studio di fattibilità”.

Secondo l’opposizione, il redattore dello studio di fattibilità ignorerebbe che la localizzazione ricade, in parte, in un’area paesaggisticamente vincolata e che il progetto di depuratore prevede lo sversamento dei reflui in mare innanzi alla frazione di Capomulini, attraverso una condotta sottomarina ubicata a brevissima distanza dalla riserva marina protetta,la cosiddetta Isola dei Ciclopi. Inoltre, l’area individuate è limitrofa alla riserva orientate “La Timpa”,il progetto prevede la distruzione di un importante pozzo di acqua idonea all’uso potabile.

Pronta la risposta del Pdl che si dissocia da tali affermazioni in una nota, redatta da Francesco D’ Ambra: “Siamo contrari a discutere un documento di consiglieri – si legge nella nota –  che ancora oggi si ostinano a chiedere il convogliamento dei 
reflui del comprensorio acese in altri territori.
 Vi è stato già un parere negativo su Pantano D’Arci da parte della Regione 
Sicilia e la diffida per iscritto  a decidere una localizzazione di un depuratore consortile di Acireale da parte dell’Ato Acque Catania. Il perdurare di tale situazione, sotto infrazione da parte della comunità europea – continua la nota del Pdl- rischia di far perdere un finanziamento con danni che si ripercuoteranno inesorabilmente sulla città e sui cittadini”.
“Il Pdl è favorevole – conclude la nota – ad un dibattito non demagogico: è giusto affermare che l’Ato Acque nel bando ha considerato un sito non individuato dal Consiglio, ma è altrettanto giusto che lo stesso Consiglio prima scelga una localizzazione e poi scriva all’Ato, ma sempre scartando Pantano d’Arci perché ipotesi dichiarata non percorribile”.

Intanto gli altri dieci comuni appartenenti al consorzio, preoccupati chiedono un incontro al fine di non precludere il finanziamento sia del depuratore che della rete fognaria. Si tratta di Aci Bocannorsi, Aci S.Antonio, S.Venerina,Valverde, Zafferana, Trecastagni, San Giovanni la Punta,Viagrande e San Gregorio.

 

 

 

 

 


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