PALERMO – Per il quotidiano torinese La Stampa, sembra “cosa fatta”. Il magistrato non conferma, né smentisce. “Nino Di Matteo sarà il ministro dell’Interno di un governo a Cinque stelle”. È l’indiscrezione raccolta dal giornale: “L’unico finora che ci ha confermato la sua disponibilità è il nostro futuro ministro dell’Interno, il pm…”, questa è la frase che viene riferita a una fonte del Movimento cinque stelle. “Non ho nessuna dichiarazione da fare”, dice oggi il magistrato a Livesicilia, rimandando semplicemente ai “concetti espressi in occasione di un convegno” sulla giustizia organizzato dai grillini alla Camera dei deputati.
Le parole di Di Matteo somigliano quindi a tutto fuorché a una smentita o a una “presa di distanze”. In occasione di quel convegno, infatti, aveva aperto alla possibilità che un magistrato possa far valere la propria esperienza anche in politica. “L’eventuale impegno politico di un pm – ha detto lo scorso 31 maggio rispondendo a Marco Travaglio e alla domanda se sia disponibile a fare il ministro di un futuro governo – non mi scandalizza ma penso che un’eventuale scelta di questo tipo debba essere fatta in maniera definitiva e irreversibile, ovvero è incompatibile con la pretesa poi di tornare a fare il giudice. Io non rispondo – ha proseguito – alla domanda che riguarda l’eventuale mio impegno politico, ma dico che non sono d’accordo con Davigo e Cantone e con chi pensa che l’esperienza di un magistrato non possa essere utile alla politica”.
La mancata smentita di Di Matteo e il riferimento a quelle parole, espresse durante il convegno, insomma, farebbero pensare in effetti a una sintonia divenuta qualcosa di più concreto. Per La Stampa, Di Matteo quindi sarà il titolare del Viminale, in caso di vittoria del Movimento. Del resto, l’intesa su certi temi tra il pm e il Movimento era stata più volte evidente. A cominciare dal plauso espresso da Di Matteo nei confronti del codice etico e di autoregolamentazione dei Cinquestelle. Un gradimento che era stato a più riprese e in modi certamente più evidenti, “ricambiato” dai grillini: alcuni esponenti siciliani, nei mesi scorsi, avevano infatti provato a testare la disponibilità del magistrato a correre per la carica di presidente della Regione siciliana. Un tentativo senza esito. Ma il gradimento del Movimento cinque stelle nei confronti del pm, era stato espresso anche attraverso ad esempio, pubblici attestati di sostegno al magistrato, come in occasione di uno striscione esposto sulla facciata del Comune di Torino, oggi guidato dalla Cinquestelle Chiara Appendino. Un gesto replicato in altre città d’Italia.
E a questo, stando alla Stampa, di gesti che potrebbero saldare questa intesa ne potrebbero arrivare altri. Uno, in particolare: “La consegna al pm, – scrive la Stampa – per mano della sindaca grillina Virginia Raggi, della cittadinanza onoraria di Roma, prevista il 25 luglio. Nella simbologia pentastellata un altro rito di iniziazione. Come lo sono stati i convegni, sul lavoro, sulla giustizia, sull’economia organizzati nel corso degli ultimi due mesi. Una vetrina per accreditare il volto governativo del M5S, incarnato da Di Maio, prossimo candidato premier, e un modo per prendere contatto con le diverse galassie di esperti”. Secondo il giornale, la proposta del Movimento a Di Matteo potrebbe contare su quello che la Stampa definisce il “sogno inconfessato” del pm: “Essere lui il ministro dell’Interno che annuncerà la cattura del superboss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro”. Di Matteo non conferma, ma non allontana l’ipotesi. Il suo futuro potrebbe essere davvero al Viminale.
