Di Salvo: "Il nostro è un approccio conservativo" - Live Sicilia

Di Salvo: “Il nostro è un approccio conservativo”

Stamattina, il sindaco Bianco e l'assessore Salvo Di Salvo hanno illustrato alla città la proposta di variante al Prg relativa ad un'area vastissima, circa 241 ettari.

la presentazione
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CATANIA – E’ stata definita dall’assessore al ramo “l’atto urbanistico più importante dopo il Piano Piccinato”. E, a giudicare dai numeri, sembra proprio esserlo. Stamattina, il sindaco Bianco, l’assessore Di Salvo e le dirigenti della Direzione Urbanistica, hanno illustrato alla città la proposta di variante al Prg relativa al centro storico, un’area vastissima, circa 241 ettari, che così potrebbe essere rigenerata, dando a Catania un volto nuovo e, soprattutto, livelli di efficienza e di sicurezza superiori a quelli attuali.

Questo il punto di vista dell’amministrazione comunale, illustrato a LiveSiciliaCatania dal titolare della delega all’Urbanistica, Salvo Di Salvo. “La variante del centro storico è un’azione che porterà ad iniziative di natura edilizia a saldo zero – afferma. Non è prevista nessuna maggiore volumetria rispetto a quella che c’è in centro storico. Principalmente, perché riteniamo che l’area sia piuttosto consolidata e non abbia bisogno di nuove volumetrie. Al contrario, ha bisogno di un nuovo assetto urbanistico che possa consentire al centro di essere rigenerato”.

Una variante al centro storico. Ma di che si tratta di preciso?

Innanzitutto, non si tratta di una semplice variante: viene definita così, in applicazione alle norme legislative, ma questa è una modifica relativa a una parte estesa della città; parliamo del centro storico della zona A del Piano Piccinato, che ha un’estensione di 241 ettari. Questo, quindi, più che una variante è l’atto urbanistico per eccellenza dal Piano Piccinato a oggi che l’amministrazione sta presentando alla città. La variante del centro storico assume valore di atto importantissimo, dunque, che va a definire in maniera chiara gli interventi di rigenerazione all’interno dell’area, puntando molto sulla qualità urbana. D’altronde, le grandi città italiane ed europee hanno rilanciato l’assetto della propria città partendo dalla riqualificazione del centro storico.

Assessore, c’è o non c’è il rischio di perdere, con la variante, pezzi di storia e di identità di questa città?

Assolutamente no. L’approccio dell’amministrazione comunale e gli uffici che hanno predisposto la variante, è certamente e gelosamente conservativo di tutto il patrimonio architettonico, storico e culturale presente in centro storico. Ma non c’è dubbio che accanto al patrimonio importante vi è, ed è sotto gli occhi di tutti, degrado ed edilizia poco pregiata che negli anni è stata abbandonata e che va rigenerata.

Come mai la presentazione alla Vecchia Dogana, un edificio privato?

Non c’è dubbio che questo edificio, così come tutto il sedime dell’Autorità portuale, ricada in centro storico e, se di riqualificazione e di rilancio turistico si parla, non si può prescindere da questa zona. Per cui è un’occasione presentare qui le linee generali del centro storico manifestando la necessità di riconciliazione tra la città, il porto e il mare. Volontà espressa da sindaco e dal commissario dell’autorità portuale, Cosimo Indaco. E dalla città.

Con la quale volete, nuovamente, confrontarvi. Come si procederà? 

Noi lo faremo dando seguito alla fase felicemente sperimentata con il dibattito cittadino intorno al Regolamento edilizio quando professionisti, addetti ai lavori e cittadini si sono confrontati sull’argomento e la delibera è stata approvata dal Consiglio comunale, che ringrazio per il contributo apportato e il grande spirito di responsabilità dimostrato.

Vi accusano di non voler portare in aula il Piano regolatore generale. Ci state lavorando? 

Siamo nel mezzo di un processo di definizione di un assetto urbanistico che non può essere solo cittadino ma deve essere metropolitano. Non lo diciamo solo noi, ma anche gli ordini professionali, l’Ance e le forze più rappresentative della città. Ormai, avviandoci verso l’acquisizione del titolo di Città metropolitana, saremo la prima città che attuerà un Piano metropolitano. Avvieremo presto la fase interlocutoria con i comuni limitrofi per definire le linee generali del nuovo Piano.

Eppure si mormora di un’altra possibile variante in Viale Africa. Conferma?

Non confermo. Non ne so nulla.

Tornando alla variante Centro storico, attiverete canale per la comunicazione?

Il dibattito di oggi, azione di condivisione importante che risponde anche al criterio di trasparenza e di concertazione su tempi così importanti e delicati, vuole essere l’inizio di un fitto scambio di idee. Noi vogliamo che la città sia protagonista. Noi pubblicheremo tutti gli atti della bozza-proposta di variante – quella definitiva sarà il sunto del lavoro da noi proposto più le osservazioni che riceveremo – sul sito web del Comune e metteremo a disposizione un indirizzo mail (variantecentrostorico@comune.catania.it) tramite la quale avanzare osservazioni ed emendamenti. Questa fase si concluderà il 30 gennaio. Nella fase successiva, faremo una valutazione con gli uffici delle proposte avanzate e tireremo le somme.

Nel dettaglio, sono stati analizzati, 433 isolati per un totale di 6000 unita’ edilizie, su un’estensione di superficie pari a 241 ettari; essenzialmente la città ricostruita dopo il terremoto del 1693, e cioè quella settecentesca e ottocentesca. Sulle unita’edilizie sono stati fatti i rilievi catastali e fotografici permettendo cosi’ la classificazione delle edilizie storiche e contemporanee, individuando in modo dettagliato le tipologie di intervento edilizio che si potranno’ effettuare sulle singole unità, garantiscono certezze procedurali, regole ben definite, responsabilità condivise.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti, il Vice Presidente vicario Sebastiano Arcidiacono, il presidente della commissione consiliare urbanistica Rosario Gelsomino oltre a diversi consiglieri comunali, rappresentanti di categorie e ordini professionali, associazioni ambientaliste, l’Ance, le forze sociali e sindacali di categoria, le espressioni del mondo della cooperazione, dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio, degli agenti immobiliari e della Sovrintendenza.

Nel dibattito coordinato dall’Arch. Gabriella Sardella Responsabile della Direzione Urbanistica e Decoro Urbano del Comune di Catania, sono intervenuti il Prof. Carlo Colloca del Dipartimento Scienze Politiche e Sociali Università degli Studi di Catania, la Prof.ssa Tiziana Cuccia del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Catania, il Prof. Paolo La Greca del Dipartimento Ingegneria Università degli Studi di Catania, il Prof. Eugenio Magnano di San Lio della Struttura Didattica Speciale di Architettura -Siracusa- Università degli Studi di Catania.

 


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