Dia, confisca al fratello| del boss Privitera - Live Sicilia

Dia, confisca al fratello| del boss Privitera

Giuseppe Privitera è ritenuto un elemento di spicco del gruppo criminale catanese.

 

CLAN CAPPELLO CARATEDDI
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CATANIA – Personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal 1° Dirigente della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, sta eseguendo un decreto di confisca dei beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di PRIVITERA Giuseppe, di anni 45, elemento di spicco del pericoloso clan dei Carateddi, capeggiato dal fratello e noto boss Orazio PRIVITERA, inteso Pilu Russu, detenuto in regime di 41 bis.

Il provvedimento in esecuzione giunge a conclusione di un complesso iter giudiziale avviato con la proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata nei suoi confronti dal Direttore della DIA, Nunzio Antonio Ferla, già culminato nell’emanazione di un decreto di sequestro patrimoniale nel novembre 2014.

Sono, infatti, proseguite le investigazioni che avevano già consentito alla D.I.A. di Catania, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, di dare esecuzione, nel mese di febbraio 2014, ad una corposa ordinanza di custodia cautelare in carcere (cd. Operazione Prato Verde) nei confronti di nr.28 persone, tra vertici e fiancheggiatori del potente clan mafioso catanese dei Carateddi, capeggiato del noto boss Orazio PRIVITERA, inteso Pilu Russu, detenuto al regime del 41 bis.

Tra questi, Giuseppe Privitera era stato tratto in arresto poiché indagato per il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso e altro. Già gravato da numerosi precedenti penali e per i quali, in passato, è stato anche condannato in via definitiva (per distruzione di cadavere tentato in concorso – invasione di edifici, violazioni alle direttive comunitarie sui rifiuti ed altro), era stato ritenuto degli inquirenti pienamente inserito nell’organigramma dell’associazione ed anche accusato dei reati di estorsione e di porto illegale di armi da fuoco.

L’inchiesta aveva consentito di disarticolare il clan mafioso Cappello ed in particolare il gruppo denominato “Carateddi” dedito principalmente alla commissione di reati contro il patrimonio, al traffico di sostanze stupefacenti, alle truffe in danno della P.A. mediante l’indebita acquisizione di erogazioni pubbliche in ambito agricolo, operante nella piana di Catania e nei quartieri Pigno e Librino della città etnea.

Gli sforzi investigativi compiuti dalla D.I.A. di Catania avevano disvelato le dinamiche interne del gruppo criminale “Privitera” caratterizzato dalla partecipazione di componenti uniti tra loro da un forte vincolo associativo rinsaldato dai “valori” della mafia tradizionale legati al territorio, all’agricoltura ed alla famiglia, dove il capo si ergeva a paladino di una giustizia alla quale i sodali si rivolgevano, con atteggiamenti di totale sottomissione, per ottenere rapida soluzione ad ogni possibile controversia, tanto che gli stessi avevano seguito nel tempo il noto boss Orazio Privitera – fratello di Giuseppe – nelle “migrazioni” tra gruppi criminali, sino, in ultimo, a quella nel gruppo “Carateddi”.

Con il provvedimento odierno che ha disposto, tra l’altro, la sottoposizione alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di anni due con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, sono stati sottoposti a confisca i beni riconducibili a vario titolo, al predetto Giuseppe Privitera, complessivamente stimati in oltre 800.000,00 euro.

I beni, considerati il provento dell’attività illecita svolta, consistono in quote sociali di un’impresa esercente l’attività di commercio di prodotti caseari ed allevamento e commercializzazione di bovini, ovini, caprini e polli, con relativo compendio aziendale (macchinari, veicoli, attrezzature, e quant’altro); quattro immobili, un veicolo ad uso personale e diverse disponibilità bancarie e finanziarie.

 


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