Dia, sequestro a Marino |Coinvolto nel blitz Prato Verde - Live Sicilia

Dia, sequestro a Marino |Coinvolto nel blitz Prato Verde

Duro colpo alla criminalità inferto dal Procuratore Giovanni Salvi, in sinergia con la Direzione investigativa antimafia, diretta da Renato Panvino. IL VIDEO

il provvedimento
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CATANIA – Nella mattinata odierna, la Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha eseguito un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Salvatore Marino, 45enne originario di Raccuja (ME), per un valore complessivo superiore a 1.000.000 di euro. Il Tribunale, nell’accogliere una proposta di applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal Direttore della DIA, ha considerato sia il curriculum criminale dell’uomo, rilevandone la pericolosità sociale, sia gli approfondimenti di natura patrimoniale che hanno evidenziato l’assenza di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti posti in essere dall’uomo, provando quindi la cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati ed i patrimoni posseduti.

Le complesse attività di indagine condotte dagli investigatori del Centro Operativo di Catania hanno permesso di porre sotto sequestro i beni riconducibili a Marino, intestati anche a suoi “prestanome”, tra i quali figurano 9 appezzamenti di terreno con annessi fabbricati rurali ubicati nei comuni di Scordia (CT) e Lentini (SR); un’azienda con sede a Scordia operante nel settore dell’allevamento di bovini e coltivazioni di cerali; sei veicoli, tra cui anche mezzi pesanti per autotrasporto, nonché numerose disponibilità bancarie e finanziarie in corso di quantificazione.

L’operazione si innesta nel solco di una precedente indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia catanese guidata dal Procuratore Giovanni Salvi, che aveva consentito di dare esecuzione, nel febbraio 2014, ad una corposa ordinanza di custodia cautelare in carcere (“Operazione Prato Verde”) nei confronti di 28 persone, tra vertici e fiancheggiatori del potente clan mafioso catanese dei Carateddi, capeggiato del noto boss Orazio Privitera, detenuto in regime di 41 bis.

L’inchiesta aveva consentito di disarticolare il gruppo mafioso, dedito principalmente alla commissione di reati contro il patrimonio, al traffico di sostanze stupefacenti, alle truffe in danno della P.A. mediante l’indebita acquisizione di erogazioni pubbliche in ambito agricolo, operante nella piana di Catania e nei quartieri Pigno e Librino della città etnea.

 

 

 


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