CATANIA – ”La sanità pubblica rischia di brutto, rischia di essere perduta in seguito a tanti errori fatti in questi anni e alle tante politiche di definanziamento, a tante perdite di valore. Perdere la sanità pubblica significa perdere un diritto garantito dall’art 32 della costituzione e dal SSN questo produrrà un danno enorme alla collettività in generale ed in particolare alle regione del Sud ”.
Lo afferma il Professor Ivan Cavicchi, ieri sera a margine della presentazione a Catania del suo libro “Sanità pubblica addio, il cinismo dell’incapacità“, in un incontro organizzato da Concetta Raia, Luigi Maugeri e Angelo Villari (dell’Associazione Comunità in Progresso).
Insieme a Emilia Salviani e Emanuele Alecci (coordinatore della rete Europea del Volontariato) che hanno dibattuto il tema con Enzo Bianco coordinatore dell’Anci nazionale, del parlamentare regionale del Pd in Sicilia Giovanni Burtone, dei medici Rosa Maria Vecchio, Vittorio Digeronimo, Pieremilio Vasta e di Alfio Saggio, Presidente dell’Ordine dei medici.
“Un Paese dove i più ricchi si curano”
“Un conto – aggiunge il Professor Cavicchi – è avere un Paese nel quale tutti i cittadini hanno diritto ad essere curati, altro conto è un Paese dove solo i più ricchi potranno curarsi. Togliere soldi alla spesa pubblica – conclude – significa dare un altro colpo di grazia al diritto alla salute”.
Nel corso dell’incontro è emerso anche un dato allarmante: quello relativo al fatto che molti cittadini siciliani hanno rinunciato a curarsi perché non hanno soldi per poterlo fare. “Oggi accedere al servizio sanitario nazionale è veramente difficile, lunghe liste d’attesa, carenza di personale, posti letto che mancano e una medicina del territorio che stenta a partire, sono la dimostrazione plastica che la sanità pubblica è arrivata al capolinea”.
Sanità e autonomia differenziata
Per promotori del dibattito, “bisogna unire le forze per difendere l’art 32 della Costituzione e per correggere errori che hanno reso il sistema sanitario inefficace e incapace di garantire il diritto fondamentale alla salute per tutti i cittadini.
Questa prima iniziativa prelude ad un impegno, a partire dalle prossime settimane, che renda protagonisti i cittadini delle nostre comunità, per garantire diritti di cittadinanza uguali per tutte e tutti.
Le associazioni dicono NO all’autonomia differenziata e si mobiliteranno nella raccolta delle firme contro questa idea che mette in discussione la Costituzione, spezzando l’Italia in 21 regioni e che, in particolare per sanità e scuola, produrrà ulteriori ed insostenibili disuguaglianze sociali e territoriali”.