PALERMO – Salvatore Zummo sarebbe il pizzaiolo dalle mani d’oro. Mani che, secondo l’accusa, avrebbero taroccato i decoder per aprire, a prezzi stracciati, tutti i canali della pay tv. Dieci euro al mese senza limitazione alcuna. È questo il cuore dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo.
Zummo si sarebbe fatto aiutare dal cognato Vincenzo Pecorella, pure lui indagato, tecnico di una ditta specializzata nel montaggio di parabole. Le indagini si concentrano, al momento, su questi due nomi, anche se gli indagati sono quattro. In particolare sulle e mail e i messaggi via chat con cui la presunta banda comunicava con i clienti. Una sorta di “pronto intervento” in caso di guasti.
Tra i clienti c’erano anche rappresentanti delle forze dell’ordine, circostanza che forse aveva finito per creare l’illusione di non potere essere scoperti. Ed invece sono finiti sotto inchiesta della polizia penitenziaria e della guardia di finanza. Il via è arrivato dall’ascolto di un colloquio carcerario fra un detenuto e un parente. Una frase fra tante che non è sfuggita agli atttenti agenti penitenziari.
Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire la rete completa dei clienti. Finora sono 150 i nomi scoperti. Alcuni hanno ricevuto una doppia visita degli investigatori. La prima, quando con un decreto di perquisizione, gli sono stati sequestrati i televisori. O meglio gli smart tv che includono già un decoder interno. E la seconda, quando sono stati tolti i sigilli. Accertato il taroccamento e confessate le prroprie responsabilità non ci sono più esigenze cautelari. I clienti possono tornare a guardare la televisione in attesa che le indagini e l’eventuale processo facciano il loro corso. Rischiano pene e multe pesantissime.