PALERMO – Sei mesi di carcere e cinquemila euro di danni alla parte civile. Costa caro il post pubblicato da Enrico Rizzi, influencer molto noto per le sue battaglie in difesa degli animali. È stato condannato dal giudice monocratico del tribunale di Trapani Benedetto Giordano per diffamazione aggravata.
Era il novembre 2017. Rizzi pubblicò su Facebook un post contro l’allora dirigente della sezione volante della squadra mobile trapanese Domenico Meola. Lo accusava di avere lasciato impunito un pregiudicato che aveva massacrato il suo cane. Di avere ordinato ai suoi uomini di andare via.
Infine invitava i followers “se avete qualcosa da chiedere in maniera educata al dirigente” di contattarlo, indicando il numero dell’ufficio di Meola. Piovve una valanga di telefonate e messaggi social offensivi.
Il poliziotto, che si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Vita Rocca, lo ha denunciato. Non poteva avere dato alcun ordine visto che quel giorno di novembre era in congedo, lontano da Trapani e al suo posto c’era un altro dirigente.
Il maltrattamento del cane per cui è stato scritto il post non è stato messo in dubbio dai poliziotti, ma sicuramente l’ordine di non intervenire non proveniva da Meola.
L’accusa ha contestato a Rizzi di non avere cancellato il post. I followers si sono scusati e il dirigente ha ritirato la querela nei loro confronti. All’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.