Diocesi, conclusi i lavori nella chiesa annessa al santuario di Mompileri

Diocesi, conclusi i lavori nella chiesa annessa al santuario di Mompileri

La cerimonia eucaristica è stata presieduta da monsignor Luigi Renna

CATANIA – Dopo 70 anni, si sono conclusi i lavori della nuova chiesa annessa al santuario diocesano di Mompileri. È stata dedicata a San Giuseppe Sposo e sotto il nuovo altare custodirà le reliquie di famiglie sante: Luigi, Zelia e Teresa del Bambino Gesù; Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi; la famiglia dei beati Ulma (genitori e figli, polacchi).

Domenica 3 dicembre l’arcivescovo Luigi Renna ha presieduto una concelebrazione eucaristica durante la quale si è proceduto al rito della dedicazione della chiesa e del nuovo altare in pietra lavica e marmo. “La lava che coprì di fuoco questi luoghi salvaguardando solo un simulacro marmoreo della Vergine, oggi diventa luogo – ha detto l’arcivescovo – in cui glorifichiamo il Signore”.

“La nuova chiesa di Mompileri – dice il parroco don Alfio Giovanni Privitera – è uno di quei centri del territorio, insieme con la scuola e con alcuni servizi comunali, che contribuisce a creare una identità culturale, oltre che spirituale”.

L’edificio sacro è stato completato e rifinito con nuovi manufatti (l’altare, l’ambone, il fonte battesimale, il piedistallo per il simulacro “pellegrino” della Madonna della Sciara) dopo 10 anni di lavori. Sulla porta del tabernacolo eucaristico, per volere dell’arcivescovo Renna, sono riportati alcuni simboli che compongono lo stemma pontificio di Papa Francesco: il sole con il monogramma di Cristo, la stella che simboleggia Maria e il fiore di nardo che richiama san Giuseppe.

Alla concelebrazione eucaristica hanno partecipato anche gli arcivescovi emeriti di Catania, mons. Salvatore Gristina, e di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo. Durante l’omelia, mons. Renna ha invitato i fedeli a prendere sul serio l’invito del Vangelo a vegliare: “Teniamo gli occhi aperti sulla realtà – ha detto – perché ogni momento sia buono per accogliere nella nostra vita il Signore”.

E, infine, un invito a tutti a vivere il Natale non come la festa dei consumi, ma come l’attesa del Dio fatto uomo. Da qui l’invito a tutte le famiglie a riprendere la tradizione del presepe e dell’accoglienza dei bisognosi.


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