MODICA (RAGUSA) – La Procura della Repubblica di Modica ha chiesto il rinvio a giudizio di 106 dipendenti del Comune per truffa aggravata nell’ambito di un’inchiesta contro l’assenteismo nella pubblica amministrazione. La richiesta è stata depositata dal procuratore capo Francesco Puleio al Gip, a conclusione di oltre un anno di indagini svolte da polizia e guardia di finanza, che hanno utilizzato anche le riprese di due telecamere ‘nascoste’.
Secondo l’accusa, gli indagati si assentavano dal lavoro senza permesso, e alcuni di loro timbravano, in entrata e in uscita, per colleghi che non erano realmente in servizio.
C’era il dipendente che manometteva l’orologio marca tempo; quello che si assentava dal servizio per frequentare i bar di corso Umberto e che, durante gli straordinari, andava al barbiere; chi stava per ore in auto ad ascoltare musica; chi accompagnava il figlio e chi accudiva la figlia e anche chi andava a trovare gli amici. Tutto durante l’orario di lavoro, risultando presenti in ufficio. Queste alcune delle irregolarità riscontrare dall’inchiesta della Procura di Modica. Al centro delle indagini di polizia e guardia di finanza, avviate nel 2008 e concluse nel 2010, Palazzo San Domenico, e riguardano circa l’85% dei dipendenti comunali che vi lavorano. Per 86 di loro il procuratore capo Francesco Puleio aveva chiesto, già nel maggio del 2011, gli arresti domiciliari e la sospensione dell’esercizio di pubblico servizio degli indagati, ma il Gip ha rigettato entrambe le richieste. Da intercettazioni video e pedinamenti, eseguiti da polizia e guardia di finanza, raccolti in 52 Dvd, sarebbe emerso che alcuni dipendenti non andavano al lavoro ma risultavano presenti perché c’era chi timbrava il badge al loro posto, in entrata e in uscita. Lo stesso sistema sarebbe stato utilizzato anche per segnare lavoro straordinario e festivo.