PALERMO – “I dirigenti del Pd sono in malafede”. Giusto Catania affida a facebook la replica alle accuse lanciate da Antonio Rubino e Carmelo Miceli. I due esponenti del Pardito democratico hanno chiesto al sindaco Orlando di ritirare le deleghe all’assessore di Rifondazione comunista, reo a loro dire di aver contribuito al clima esasperato sfociato ieri sera negli scontri tra polizia e manifestanti durante la Festa dell’Unità.
“Mi tirano in ballo come se fossi io il responsabile dei tafferugli, poiché avrei fatto ‘ricostruzioni faziose'”, scrive sul proprio profilo facebook Catania. Che ricostruisce la sua versione dei fatti, sfidando la smentita. “Ho accettato volentieri l’invito del Pd partecipare a due dibattiti alla Festa dell’Unità – afferma Catania -. Dopo qualche giorno leggo sul giornale che gli stessi che mi avevano invitato, affermano che gli assessori del comune di Palermo hanno scelto di non accogliere l’invito. Penso ad una incomprensione giornalistica, decido di telefonare al dirigente che mi aveva invitato il quale, dopo un certo imbarazzo, mi dice che la mia presenza alla Festa dell’Unità non è gradita. Mi è stato detto che il problema è la mia iscrizione a Rifondazione comunista, partito che ha scelto di partecipare ad una manifestazione contro le politiche del governo in materia di scuola e lavoro. Nonostante l’amarezza non avrei detto più nulla – continua -. Ma su Twitter il segretario provinciale del Pd mi provoca chiedendomi se accetto un confronto undici contro undici, come una partita di calcio. Ma la politica è una cosa seria, non stiamo giocando a Subbuteo. A quel punto ho sottolineato l’analfabetismo politico di questi dirigenti che non sono in grado di distinguere il ruolo istituzionale di un assessore dalla sua appartenenza politica”.
Ricordando il dissenso espresso da molti esponenti del Pd per la decisione del partito, Catania torna agli scontri di ieri. “Nulla di grave, a detta di tutti, anche dei due dirigenti del Pd, che affermano che il clima alla festa dell’Unita è sereno. Poi però – aggiunge -, subito dopo parlano di clima pesante e mi tirano in ballo come se fossi io il responsabile. E ovviamente, per la novantaseiesima volta, chiedono le mie dimissioni. Ho sbagliato – conclude -: non sono solo analfabeti, sono soprattutto in mala fede”.
Alle parole dell’assessore del comune di Palermo si affiancano quelle di Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione comunista. “Le dichiarazioni di Rubino e Miceli sono semplicemente ridicole – afferma Fumetta -. L’episodio finale della manifestazione è stato del tutto marginale rispetto al partecipato corteo del pomeriggio che ha visto insieme studenti, movimenti, lavoratori precari e lavoratori che vedono ogni giorno di più a rischio il proprio posto di lavoro a causa delle politiche liberiste e scellerate del Partito Democratico sia a livello nazionale che regionale. Sono queste politiche – prosegue Fumetta – che causano l’esasperazione delle persone e non di certo le dichiarazioni dell’assessore Catania conseguenti all’invito fatto e poi ritirato ad un esponente della giunta comunale alla festa del Pd. E nulla hanno a che vedere con le motivazioni per cui si è svolta la manifestazione di protesta. Questa mi pare – conclude il segretario provinciale di Rifondazione comunista – una distinzione così banale ed evidente che avrebbe dovuto suggerire ai due esponenti del Pd che delle volte è meglio tacere che affermare eresie politiche”.