CATANIA – Diritti negati e mondo del lavoro. Sono queste le direttrici sulle quali si muove la battaglia promossa dal coordinamento provinciale di DemoSì. Catania e provincia sembrano la cartina al tornasole ideale per farsi un’idea della gravità della situazione. Il caso finito sotto le lenti d’ingrandimento dell’associazione lascia abbastanza sbigottiti e riguarda i lavoratori disabili. Esiste, infatti, una legge (la numero 68 del 12 marzo 1999), che ha come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato e obbligatorio, ma troppe realtà pubbliche e private sembrano ignorarlo. In realtà i datori di lavoro pubblici e privati hanno l’obbligo di assumere una quota di disabili calcolata sul totale delle persone impiegate nei rispettivi enti o aziende. E, invece, scorrendo l’elenco aggiornato al 2017 che riguarda i posti scoperti in provincia di Catania si trova qualche sorpresa. “Nello specifico, a Catania e in tutto il territorio della provincia, tale norma, che non è soggetta a interpretazioni, è totalmente inapplicata e negata ai soggetti disabili che sono iscritti nelle apposite liste speciali presso l’ufficio provinciale del lavoro e ne hanno diritto: il mancato rispetto delle assunzioni di questi cittadini fa registrare scoperture nelle aziende pubbliche e private della nostra provincia davvero preoccupanti ed anomale”, denunciano il Presidente Angelo Villari e Concetta Raia.
L’elenco delle aziende inadempienti è parecchio lungo. “Solo per fare alcuni esempi, veramente emblematici – continuano- vengono segnalate scoperture per il settore privato presso la Lombardia Contact S.r.l. con 18 disabili da assumere, nel Consorzio SAGA Handling con 26 posti scoperti e la ST Microelectonics S.r.l. con la cifra enorme di 218 mancate assunzioni necessarie per rispettare la legge”. Numeri di non poco conto. Ma non è finita qui. Nel settore pubblico le cose non sembrano andare meglio. Se l’Arnas ospedaliera Garibaldi e l’azienda ospedaliera Cannizzaro totalizzano rispettivamente 30 e 24 scoperture, i posti non coperti negli uffici dell’Asp arrivano a quota 55. Scoperture che diventano 81 nel caso del Policlinico Vittorio Emanuele.
Diversi i casi registrati negli enti comunali da Biancavilla (5) a Grammichele (5) passando per Acireale che conta ben 13 posti scoperti. Centinaia di posti negati ai cittadini più deboli che troverebbero nella corretta applicazione della norma un trampolino di lancio e uno strumento di emancipazione di non poco conto. “Come viene esercitato il controllo sulle imprese che non rispettano la legge (che peraltro potrebbero utilizzare sgravi significativi) da parte dell’ispettorato provinciale del lavoro?”, si chiedono Raia e Villari. “Dove è finita la responsabilità sociale dell’impresa prevista dalla nostra Costituzione? Perché si deve continuare a utilizzare forme che consentono di bypassare la legge (per esempio il pagamento delle penali da parte delle imprese per non assumere i disabili, oppure forme di gradualità che non prevedono una conclusione certa, o altri escamotage)?” Domande al momento senza risposta.