Disabili, la sfilata delle ipocrisie | E Crocetta che fa? Incolpa... - Live Sicilia

Disabili, la sfilata delle ipocrisie | E Crocetta che fa? Incolpa…

Chi ha responsabilità? Cosa resta dopo l'indignazione a comando?

E adesso che l’assessore Gianluca Micciché ha lavato con sacrosante dimissioni l’offesa recata a due ragazzi disabili, per le note vicende, forse si possono archiviare la parata delle ipocrisie e la sfilata dei benpensanti per cui il problema della sofferenza e del disagio è stato risolto con la letterina del Micciché dimissionato.

Il primatista del corteo – manco a dirlo – è il presidente della Regione, Rosario Crocetta che ha assunto l’interim dell’assessorato alle Politiche sociali. 

Brilla un concentrato di purissima ipocrisia politica nella celerità con cui il governatore ha scaricato un uomo della sua giunta, dandolo in pasto alla piazza che non attendeva altro, non omettendo di versare una lacrimuccia di cartapesta, dichiarandosi ‘addolorato’ e sottraendosi alle sue azioni e alle sue omissioni.

Ed è anche il modo che lascia perplessi, non la sostanza. Che l’assessore se ne dovesse andare è un dato pacifico di dignità, ma sarebbe dovuto accadere dopo la prima trasmissione delle ‘Iene’, dopo quell’attesa senza un cenno di attenzione, inflitta a Gianluca e ad Alessio, i due fratelli che hanno giustamente sollevato il caso dell’assistenza latitante. Invece, l’auto-eliminazione è avvenuta in seguito a una frase carpita con una telecamerina nascosta; un dato collaterale che toglie un un filo di limpidezza al discorso, perché perfino il potere, eventualmente più bieco, ha diritto alla lealtà, al cazzotto in faccia, non alla pugnalata.

E ancora di più si rimane basiti davanti al cinismo politico con cui Saro C. ha cancellato Gianluca M., che era pur sempre un esponente del suo governo, senza assumersi lo straccio di una responsabilità oggettiva, poiché uno non vale uno e i comportamenti di un nominato chiamano in causa la lungimiranza di chi l’aveva scelto. Invece, Crocetta ha ‘sputacchiato’ sul suo protetto di un tempo, pur di scansare lo sdegno montante, per prendere le distanze, per non pagare indirettamente dazio. E’ una sua conclamata specialità, del resto.

Intanto, la questione delle persone disabili è sempre lì, in tutto il suo dramma, con tutte le sue piaghe infette, con tutta la sua mancanza di civiltà. La storia di Gianluca e Alessio avrà un senso compiuto se si trasformerà nel grimaldello adatto per scardinare l’indifferenza di decenni. Altrimenti sarà stata soltanto una nuova e dolorosa pagina nel format televisivo dell’indignazione a comando.

Ps.
Il concetto è stato rafforzato dalla realtà, avendo scritto prima degli eventi di oggi. Appunto oggi, Pif, alla testa di alcune persone disabili, ha preso d’assedio Palazzo d’Orleans, ha intimato a Crocetta di presentarsi e l’ha inchiodato a una sedia, rinfacciandogli tutto in tema di (mancata) assistenza.

E Saro? Ha balbettato, ha cercato di cavarsela, ha promesso, con la faccia di uno che avrebbe voluto essere altrove, ovunque, ma non lì.  E si vedeva che gli interessava solo una cosa: prendere tempo. “Entro un mese – ha detto il governatore – affronteremo i casi più gravi”. Affronteremo? Cioè, nel frattempo cosa è stato fatto? Niente, ma il presidente, come suole, ha scaricato le colpe su altri.

Allora, forse, ‘ipocrisia’ è una definizione che non basta più. Qui si ricalca la notissima via di fuga della politica più consunta che c’è – altro che rivoluzione – quella che non ha neanche il coraggio di dire: scusate, abbiamo sbagliato.

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