Disavanzo, la Regione Siciliana va avanti per la sua strada in attesa della Consulta

Disavanzo, la Regione va avanti per la sua strada in attesa della Consulta

Schifani alla Corte dei conti: "La nuova intesa sul ripiano supera quella del 2019"

PALERMO – La Corte dei conti tira dritto sulla vicenda dell’ulteriore disavanzo della Regione relativo al 2018 e il governo Schifani procede comunque con il suo piano di rientro. Il pronunciamento sulla parifica del Rendiconto 2021 riporta il calendario a un anno fa, quando i giudici contabili sospesero il giudizio nell’attesa che la Corte costituzionale decidesse sulla illegittimità della norma che consentì la spalmatura decennale dell’ulteriore miliardo e 26 milioni di euro di disavanzo. La Consulta non si è ancora espressa e così le Sezioni riunite della Corte dei conti per la Regione Siciliana hanno confermato il loro orientamento, non spostandosi di un centimetro rispetto a 12 mesi fa: sospeso il giudizio sul risultato di amministrazione. Il governatore Renato Schifani ha provato ha spiegare in punta di diritto le novità messe in campo dal suo governo, ma per i giudici il nodo resta sempre lo stesso.

Il disavanzo e la ‘spalmatura’ decennale

Il collegio, presieduto da Salvatore Pilato, ha accolto la richiesta della Procura generale, rappresentata da Maria Aronica, ponendo nuovamente la questione di legittimità costituzionale sui tempi della spalmatura del disavanzo. Le modalità furono stabilite da un accordo del 2019 tra l’allora governo Musumeci e l’Esecutivo Conte 2. Secondo la Procura della Corte dei conti la Regione avrebbe dovuto ripianare il disavanzo nei tre esercizi di bilancio successivi ma il governo Musumeci, con Gaetano Armao nella cabina di regia dell’assessorato al Bilancio, optò per una spalmatura decennale forte di un accordo con lo Stato messo poi nero su bianco con un decreto legislativo emanato dal presidente della Repubblica. Per i giudici contabili quell’intesa non può essere considerata valida: arrivò in ritardo. Sul punto, inoltre, Aronica ha contestato la “legittimità costituzionale” della norma utilizzata per raggiungere l’accordo: a suo dire sarebbe in contrasto con l’articolo 117 della Carta che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in tema di armonizzazione dei sistemi contabili. Una competenza “non derogabile dalla Regione – è la tesi della Procura -, né con legge regionale né con legge rinforzata di attuazione dello Statuto”. Dalla Regione, però, sottolineano come il decreto legislativo che attuò la norma dello Statuto regionale abbia rango di fonte ‘superprimaria’. Ma c’è di più: la legge di bilancio nazionale che contiene il nuovo accordo tra Roma e Palermo ha superato il problema della competenza esclusiva statale, e per questo il giudizio della Consulta, come sostenuto da Schifani, dovrebbe risolversi con una cessazione della materia del contendere.

Il nuovo accordo Palermo-Roma sul disavanzo

La patata bollente, ad ogni modo, è passata nelle mani del governo Schifani che nel frattempo, nel dicembre 2022, ha ottenuto dallo Stato una nuova norma con legge ordinaria che autorizza la Regione a ripianare in otto anni, a decorrere dall’esercizio 2023, il disavanzo 2018 e le altre quote non recuperate al 31 dicembre 2022. Schifani ha ricordato ai giudici che il nuovo accordo, di fatto, supera la vecchia intesa finita sotto scacco e comunque “prossima all’abrogazione”. “Cesserà la materia del contendere” ha spiegato Schifani nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza andando a tratti a braccio rispetto all’intervento già preparato. Per il governatore il nuovo patto con Roma “fa chiarezza sul quadro normativo che disciplina le modalità di recupero del disavanzo”.

Marco Falcone e Renato Schifani
Marco Falcone e Renato Schifani all’udienza della Corte dei conti

Schifani: “Sentenza incomprensibile”

Per questo, secondo il governatore, la richiesta della Procura generale di sollevare ancora una volta la questione di legittimità costituzionale era “del tutto infondata e incoerente”. Tesi ribadita al termine dell’udienza: “Sentenza incomprensibile e non condivisibile, oltre che priva di effetti finanziari e infondata sotto il profilo giuridico”. La sospensione della parifica, secondo Schifani, “è poco coniugabile” con la nuova legge che disciplina il ripiano pluriennale del disavanzo. L’accordo con il governo Meloni, infatti, “supera la norma impugnata”. Il governatore ha poi assicurato: “La Regione continuerà ad essere impegnata nel percorso già intrapreso di risanamento della finanza pubblica ricordato dalla stessa Corte”. Acqua sul fuoco anche da parte dell’assessore all’Economia Marco Falcone: “Il pronunciamento non produce alcun tipo di ricaduta negativa sui conti della Regione. L’equilibrio economico-finanziario dell’ente rimane solido e tutti gli indicatori più importanti manifestano un chiaro processo di miglioramento. Di ciò la stessa Corte dei Conti ne dà atto”.

Passi avanti nella gestione dei conti

La sensazione tra i dirigenti regionali che lavorano al dossier sui conti della Regione è che quello della Corte dei conti sia un atto dovuto per mantenere la posizione giuridica assunta l’anno scorso, rispedendo così la palla alla Consulta che si deve pronunciare sul disavanzo. I giudici contabili, del resto, hanno riconosciuto i progressi compiuti dalla Regione nella gestione dei conti pubblici rispetto a un anno fa, apprezzandone anche la collaborazione istituzionale.


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