Discarica di Mazzarrà |Il Tar blocca la demolizione - Live Sicilia

Discarica di Mazzarrà |Il Tar blocca la demolizione

L'avvocato Massimiliano Mangano

I giudici amministrativi bocciano il provvedimento del Comune: "Le autorizzazioni c'erano". La struttura rimane comunque chiusa.

PALERMO – La demolizione è annullata. Ma i sigilli rimangono. “Tirrenoambiente”, la società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina, ottiene ragione quasi in tutto e per tutto dalla seconda sezione del Tar di Catania, di fronte alla quale si era presentata – assistita dall’avvocato Massimiliano Mangano – per contestare la decisione del Comune del Messinese di demolire la struttura per l’assenza di autorizzazioni edilizie.
Per il Tar il Comune è stato troppo sbrigativo. “Nell’ordinanza di demolizione impugnata – si legge nella sentenza (2707/2015) – si afferma ‘frettolosamente’ l’assenza totale di qualsiasi titolo edilizio con riguardo alle opere elencate, mentre viceversa parte ricorrente ha dato atto dell’esistenza di pregressi provvedimenti autorizzatori”. Provvedimenti sui quali, secondo il collegio presieduto da Antonio Vinciguerra e composto da Daniele Burzichelli e Francesco Elefante (referendario ed estensore), “l’amministrazione avrebbe semmai prima dovuto, ricorrendone i presupposti, esercitare i poteri di autotutela di revoca o di annullamento d’ufficio”. Cioè: prima revochi le autorizzazioni, un provvedimento “avvenuto solo in via successiva” secondo il Tar, poi intervieni.
Non è tutto. Anche la stessa revoca dell’autorizzazione decisa dall’assessorato all’Energia, e giunta con un decreto del 6 maggio, secondo il Tar va annullato: nella sentenza, pronunciata il 7 ottobre ma depositata venerdì, il provvedimento viene bocciato perché “è risultato affetto da vizio di motivazione”. Per i giudici amministrativi, infatti, “i provvedimenti di autotutela devono dare puntualmente conto, in sede di motivazione, dell’interesse pubblico al ‘ritiro’”, ma questa spiegazione nel decreto non era sufficientemente argomentata. Bocciata invece la richiesta di indennizzo formulata dalla società, le cui strutture rimangono comunque chiuse per il sequestro deciso l’anno scorso dal tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.

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