PALERMO – Quello che verrà presentato oggi a Sala d’Ercole sarà un governo a tempo determinato. Per carità, lo sono tutti. Ma qualche “pezzo” dell’esecutivo di Crocetta, oggi porterà con sè l’etichetta di una scadenza vicina, vicinissima. Dopo Fiumefreddo, infatti, almeno un assessore, se non due, potrebbero lasciare, già nei prossimi giorni, la giunta. E paradossalmente, a innescare in nuovi avvicendamenti è proprio il passo indietro dell’assessore ai Beni culturali, una delle condizioni poste al governatore dal segretario regionale del Pd Fausto Raciti per riaprire un dialogo interrotto bruscamente con l’attribuzione delle deleghe.
Così, l’addio dell’”assessore per cinque giorni”, e l’ingresso della Furnari (“che colma un problema anche di natura politica – spiega Crocetta – visto che Messina non era rappresentata in giunta”), ha aperto l’era del Crocetta-ter. Quello che oggi farà la conoscenza del parlamento, insomma, è già un governo di transizione. Un “Crocetta due e mezzo”.
Stamattina, subito dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Fiumefreddo, Rosario Crocetta ha chiamato Fausto Raciti, oggi a Roma. I due hanno parlato per una decina di minuti. Alla fine, il governatore ha assicurato piena disponibilità al dialogo: “Ma la mia apertura – precisa oggi Crocetta – in realtà non è mai mancata. Ho atteso che una parte del Pd mi indicasse i nomi dei ‘propri’ assessori. Ho atteso finché ho potuto, ma non potevo più aspettare. Per questo oggi mi presenterò col governo al completo. Raciti ha compreso questa mia esigenza. Poi, si vedrà”.
Oggi, quindi, il presidente presenterà i dodici assessori. Vecchi e nuovi. Compresa Giusy Furnari. Ma qualcuno di loro, come detto, potrebbe avere le ore contate in giunta. “Il passo indietro di Fiumefreddo – commenta Raciti – crea le condizioni per aprire un dialogo col governo. Ma Crocetta dovrà comprendere che questo dialogo va portato avanti con tutto il Pd. Col partito nella sua interezza. Se intende riprendere una concertazione ora con questa, ora con quella corrente, non arriveremo a nulla”.
E la sostituzione di FIumefreddo era una delle richieste avanzate dal segretario regionale, come detto, insieme alla “messa in discussione” della delegazione del Pd in giunta. Una rappresentanza formata, al momento, dall’assessore all’Economia Roberto Agnello, da quello alla Famiglia Giuseppe Bruno e dalle riconfermate Nelli Scilabra alla Formazione e Mariarita Sgarlata (passata dai Beni culturali al Territorio). “A dire il vero – dice Raciti – in questa delegazione c’è gente che improvvisamente è diventata del Pd, e altri che non sono stati espressi dalla totalità del partito. Il tema è proprio questo: a me non interessa far entrare in giunta amici o persone vicine. Mi interessa solo che il Pd ritorni a parlare ‘da partito’ e che questo fatto si traduca anche nella rappresentanza in giunta”.
E anche su questo punto, il presidente della Regione sembra aver riaperto la porta a Raciti: “Quello della rappresentanza in giunta – spiega il governatore – è un problema del Pd. Che a me interessa non nelle vesti di presidente della Regione, semmai di dirigente del partito. Il rischio di cambiare uno o due assessori? Non cambia dal punto di vista metodologico. Un’ulteriore operazione di assestamento, insomma, non sarebbe un problema. Da parte mia c’è, e c’è sempre stata massima disponibilità”.
Ma al di là dell’apparente distensione, rimane un nodo, strettissimo da sciogliere. I “cuperliani”, al momento fuori dalla giunta, rivendicano almeno due assessori, considerato anche il fatto che quell’area rappresenta numericamente quasi la metà del gruppo parlamentare all’Ars. Dove il presidente Crocetta avrà bisogno dei numeri, in vista delle prossime delicatissime scadenze. Così, se la poltrona di Mariariata Sgarlata appare la più traballante, a quel punto bisognerà comprendere se c’è posto per un altro ‘cuperliano’. E chi sarebbe, a quel punto, il sacrificato. Le strade sembrano due: il passo indietro dell’assessore individuato dall’area che fa capo all’ex segretario Giuseppe Lupo, cioè Roberto Agnello all’Economia, o l’addio alla giunta di Michela Stancheris, che ha già “incassato” la candidatura alle Europee. Una cosa pare certa. Il governo che verrà presentato oggi a Sala d’Ercole, nei prossimi giorni cambierà ancora una volta fisionomia.