"Dolce Vanessa, so che chiederti scusa vale poco..."

“Dolce Vanessa, so che chiederti scusa vale poco…”

Le parole di un giudice catanese sui social hanno una potenza straordinaria. E mette a tacere sterili dibattiti.
FEMMINICIDIO
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È passata una settimana. Otto giorni da quella tragica notizia che ha trafitto il cuore dell’Italia. L’uccisione di Vanessa, alle 3 di notte di una domenica d’agosto, ha riaperto dibattiti culturali, investigativi e processuali sui femminicidi e sullo stalking. Dita puntate sul provvedimento deciso dal gip dopo l’arresto in flagranza di Tony Sciuto, l’assassino che si è impiccato poche ore dopo aver ammazzato la sua ex. Il 38enne era finito ai domiciliari ma dopo l’udienza di convalida è stata stabilita come misura cautelare – ritenuta idonea – il divieto di avvicinamento. Che non è bastato a fermare la mano del killer. Vanessa aveva deciso di denunciare, ma per il papà “lo Stato non ha saputo proteggerla”. 

In questi ultimi giorni molti quotidiani nazionali hanno cercato di fare sentire voci del mondo della magistratura e della politica su quanto è accaduto. La presidente della Commissione parlamentare sulla violenza di genere, intervistata da Il Dubbio, è stata tranciante: “Si doveva usare il braccialetto elettronico”. Il presidente dell’Ufficio Gip, Nunzio Sarpietro ha evidenziato – sempre su Il Dubbio rettificando quanto pubblicato su La Repubblica – che non è problema di norme ma di mancanza dei braccialetti a Catania. Un dibattito che non si placherà. Ma la speranza è che si arrivi a un risultato che possa portare a fermare la lunga scia di sangue che vede le donne vittima di uomini che non conoscono l’amore.

Ma in questa boscaglia di commenti, anche social, ci sono le parole di un giudice catanese che hanno una potenza straordinaria. Perché davanti a una vita spezzata non si devono cercare alibi e autodifese, ma solo avere la dignità di chiedere perdono. Ed è quello che lui ha fatto, come uomo, cittadino e magistrato. 

Dolce Vanessa… So che chiederti scusa vale a poco. Perché qualcosa non ha funzionato. Questo è poco ma sicuro. Non può e non deve accadere. Sarai per sempre “un angelo” tra gli angeli a ricordarci ogni giorno che una storia va letta tante volte a 360°….”


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