CATANIA – Domani Catania celebra l’Ottava, e lo fa con la soddisfazione che la Festa di Sant’Agata quest’anno è stata più ordinata, più composta e più sentita. Con settemila rosari distribuiti fra i devoti ed un generale atteggiamento rivolto alla preghiera. Anche se “dobbiamo fare in modo che la Processione del tre febbraio sia religiosa, non una sfilata”.
Il bilancio della Chiesa catanese “è serenamente positivo – afferma il parroco della Cattedrale mons. Barbaro Scionti – nella consapevolezza che dobbiamo continuare in questo percorso di educazione della nostra gente a vivere cristianamente e civilmente la Festa di Sant’Agata. Non cantiamo vittoria come se fossimo arrivati: certamente il lavoro fatto negli anni precedenti ci permette di avere la gioia di raccogliere dei frutti, che ci invitano a perseverare. Quello che è accaduto l’anno scorso è diventato un bene grande. Abbiamo dimostrato che c’è un modo bello, solenne e festoso di celebrare la Patrona”.
Il riferimento, in particolare, è al ritorno delle Reliquie dentro la Cameretta la mattina del 6 febbraio (guarda le foto): “nessuno ha lanciato i fazzoletti contro il cancello – ricorda il parroco – e le Forze dell’Ordine, in particolare il Prefetto Francesca Cannizzo, il nuovo Questore Salvatore Longo e il vicario del Questore Giovanni Signer, sono stati presenti ma accanto a noi. Per la prima volta ci siamo seduti attorno ad un tavolo per lavorare in sinergia”.
Tra tanta religiosità, tuttavia la nota stonata è stata la processione del 3 febbraioper l’Offerta della Cera: “Deve essere riportata – aggiunge il vicario episcopale per la Cultura mons. Gaetano Zito – alla sua ragion d’essere principale. Dobbiamo fare in modo che sia religiosa, non una sfilata“. Il riferimento, probabilmente, alla nuova tradizione dell’applausometro che porta i politici a misurare il proprio grado di popolarità in base alla claque. “Quella processione – continua mons. Scionti – richiede a ciascuno di noi una maggiore riflessione e attenzione: non sono mancati in questi anni i ritocchi, ma dovrà pian piano riassumere i connotati della Processione dell’Offerta e non, come magari viene sottolineato da taluni, un”occasione per mettersi in mostra sulle vie del centro storico“.
Anche i ceri, vietati da un’ordinanza del sindaco al di fuori di tre aree autorizzate, sono stati uno degli elementi di novità di questa edizione: “Le motivazioni sono religiose – afferma mons. Zito – non sono spacconeria. Quindi questi devoti vanno rispettati. Prima di lanciare anatemi, bisogna capire le motivazioni della gente. Bisogna quindi lavorare, incontrarsi, dialogare”. A scendere in strada ed a parlare con i portatori è stato mons. Scionti: “Mi rammarico di non averlo fatto prima – osserva il parroco della Cattedrale – perchè il compito di un sacerdote è sempre quello di accogliere ed ascoltare: alle volte anche quelle persone che sembrano più lontane da noi e dal nostro stile di vita in realtà sono assai accoglienti e nascondono una religiosità della quale abbiamo soltanto da apprendere. Averli incontrati è stato per me motivo di crescita, poterli reincontrare nei prossimi giorni sarà importante per capire il significato di un gesto che ha una sua religiosità, è significativo e non può essere liquidato così sommariamente. Averli ascoltati è stato importante, così come continuare ad ascoltarli e trovare anche soluzioni affinchè nessuno abbia a farsi male: qualcuno dirà che il prete è andato da quelle persone e quelle persone hanno causato il male di qualcuno. E’ vero che purtroppo sono successe situazioni assai dolorose, ma è anche vero che queste persone portano un segno di religiosità che va valorizzato. Bisogna mettere insieme tutte e due le cose: quando ho incontrato queste persone ho detto loro “attenzione a voi stessi, attenzione anche agli altri”.
Sulla recente sentenza della magistratura sulle presunte infiltrazioni mafiose nella Festa, mons. Scionti ha commentato: “Credo che dinnanzi alle sentenze non dobbiamo sindacare più di tanto. La magistratura fa il suo corso e noi dobbiamo fare il nostro corso. Il nostro impegno, della Chiesa di Catania, è quello di continuare ad essere educatori nella Fede della nostra gente. Questo compito non dobbiamo mai metterlo da parte, non dobbiamo mai demordere. Questo è l’impegno che la Chiesa di Catania ha iniziato, e che vuole continuare a vivere”.
Positivo il bilancio anche del capovara Claudio Baturi: “Il 4 febbraio il Fercolo è arrivato a Sant’Agata la Vetere due ore prima. Faccio i complimenti a tutti i devoti per come si sono comportati, per come hanno accolto i nostri inviti. Forse per la prima volta la Chiesa è scesa in strada a fare catechesi popolare, con l’iniziativa degli altarini, e questo ci ha fatto raggiungere questo risultato. Abbiamo fatto capire che noi e loro siamo la stessa cosa, guardiamo Sant’Agata allo stesso modo anche se abbiamo compiti differenti”.
Domani i festeggiamenti per l’Ottava: alle 8 del mattina ci sarà l’apertura del sacello, ed il Busto di Sant’Agata sarà esposto sull’altare della Cattedrale insieme alle altre reliquie, che i devoti baciano. Ogni ora ci sarà una messa, e alle 14:30 ci sarà una messa dedicata ai diversamente abili. Come da programma, alle 19:00 il Busto e le altre Reliquie saranno portati in processione, con lo spettacolo pirotecnico offerto da Vaccalluzzo.
Domani mattina è previsto una piccola novità nel centenario cerimoniale della Festa religiosa: “Siamo operai della Festa – aggiunge Baturi – il 4 e il 5 non riusciamo a vivere con emozione questi momenti: il 12, invece, è il nostro momento di ringraziamento a Sant’Agata ed è bello vedere dalle prime ore del mattino tanti anziani che vengono in chiesa per assistere all’apertura del sacello. Anche a loro vogliamo regalare un momento particolare: allunghiamo leggermente il giro passando dalle spoglie mortali del Beato Cardinale Dusmet, grande devoto agatino, passando vicino ai banchi dove sappiamo che ci sono tanti anziani che aspettano le reliquie”.
Bilancio in positivo anche per la pagina web, gli account, Facebook e Twitter della Cattedrale: “Il testo del ringraziamento di mons. Scionti ai devoti – spiega p. Giuseppe Maieli – ha registrato 1600 contatti”. Un’ occasione per creare un contatto più stretto con i devoti: una religiosità spontanea e teneramente genuina, tanto che c’è anche chi ha domandato, via Facebook: “Ma Sant’Agata nella sua cameretta sta al buio o c’è la luce accesa?”
Per seguire la Festa di Sant’Agata su Twitter l’hashtag è #LiveSAgata