"Dopo Falcone e Borsellino | la mafia pensava a me" - Live Sicilia

“Dopo Falcone e Borsellino | la mafia pensava a me”

Il procuratore nazionale antimafia: "Cosa nostra voleva mettere sotto pressione lo Stato e spingerlo a trattare. Subito dopo le stragi occorreva dare un altro 'colpettino'. Fortunatamente ciò non avvenne".

Piero Grasso
di
1 min di lettura

PALERMO – “Dopo Falcone e Borsellino toccava a me per mettere ancora sotto pressione lo Stato e spingerlo a trattare, perché subito dopo le stragi occorreva dare un altro ‘colpettino’. In questo senso sono stato ‘oggetto’ della trattativa. Fortunatamente ciò non avvenne”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso alla presentazione del suo libro ‘Liberi tutti’ a palazzo Branciforte, a Palermo, parlando del piano per ucciderlo pensato dalle cosche e assimilando la strategia della mafia a “una finalità stragista tanto simile, in un particolare periodo, al terrorismo”.

“La strategia della tensione si spostò fuori dalla Sicilia, – ha continuato – pensando ad altri obiettivi come la Torre di Pisa o le spiagge dell’Adriatico fino ad arrivare agli Uffizi a Firenze, Roma e Milano”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI