PALERMO – Dal caso Humanitas alla guerra con le cliniche private. Un nuovo incendio si è acceso nella Sanità siciliana. E non è affatto slegato dalla vicenda della clinica oncologica che sarebbe dovuta sorgere a Misterbianco. E per la quale il governo ha deciso lo “stop” dopo le tante polemiche esplose in seguito alla delibera, e poi all’accordo che di fatto dava il via libera all’investimento.
Ieri, però, ecco il contrattacco del governatore. Che, nel “chiudere” la vicenda Humanitas ha attaccato il sistema della sanità privata. I privati. Gli stessi ai quali, pochi giorni prima, la Regione aveva dato il proprio “ok” per un progetto milionario. “Quale governo – ha detto Crocetta – ha effettuato fra il 2007 e il 2008 in particolare oltre 1600 accreditamenti e convenzioni con i privati in Sicilia, che qualche volta non avevano neppure le caratteristiche sulla base delle leggi allora vigenti, per poter essere effettuate? Come mai questi accreditamenti – ha proseguito – sono stati effettuati senza alcuna analisi dei fabbisogni reali e tutto ciò a danno della sanità pubblica? Chi ha fatto diventare la Sicilia una delle regioni con più alto costo in Italia? Chi è che ha tagliato servizi essenziali pubblici, mantenendo costose convenziono private? Chi ha nominato assessori direttamente conducibili al sistema privato senza che ciò creasse nessuno scandalo nel dibattito parlamentare?”.
Il ritiro della delibera che approvava il progetto di Humanitas, sarebbe giustificato, ha fatto sapere il governo, dalle “nuove” norme nazionali. Quelle che derivano dal decreto Balduzzi. Vecchio ormai di oltre un anno. Norme che, non solo escluderebbero nuovi posti letto per i privati (la strada, a dire il vero, imboccata dal governo proprio nel caso della clinica di Misterbianco). Ma che anzi, costringerebbero l’esecutivo a operare qualche doloroso taglio. Soprattutto per gli “acuti”. I ricoveri che assicurano una maggiore remunerazione.
Tagli che l’Aiop, l’associazione delle cliniche private, respinge con forza. “Non c’è alcun bisogno – commenta la presidente dell’associazione, Barbara Cittadini – di ridurre i posti letto per acuti nelle cliniche private”. In realtà, questi tagli, secondo il governo, come detto, sarebbero dovuti all’introduzione dei parametri del decreto Balduzzi: 3 posti letto per mille abitanti per gli “acuti” e 0,7 per mille abitanti per i “post acuti”.
Un conteggio che trova spazio nell’allegato tecnico alla delibera con la quale la giunta ha, di fatto, ritirato quella di ‘apprezzamento’ al progetto di Humanitas. “L’attuale governo si è trovato di fronte il dato secondo cui a fronte di 16.385 posti letto per acuti programmati nel 2010 nell’intero sistema ospedaliero, soltanto 15.035 posti sono stati effettivamente attivati”. Degli oltre 16 mila posti letto programmati per gli “acuti”, 3.500 sono gestiti dalle cliniche private. Circa il 21,4%. Ma il decreto Balduzzi, come detto, e i nuovi parametri, fanno scendere a 15mila complessivamente (tra pubblico e privato) il numero totale dei posti letto per acuti. Un taglio “sulla carta” di circa 1.400 posti letto.
“Il nuovo assetto – si legge nella delibera della giunta Crocetta – si realizzerà senza variazione della percentuale di rispettiva incidenza del numero complessivo dei posti letto di pubblico e privato”. Tradotto: il taglio sarà compiuto sulla base della percentuale esistente. In quel caso, ai privati toccherebbe privarsi di circa 350 posti letto.
Ma il calcolo, secondo l’Aiop, è sbagliato. Per un fatto molto semplice. E del resto citato dalla stessa delibera di giunta. I posti letto “effettivamente attivati” sono 15.035. Insomma, la Sicilia è già allineata ai numeri richiesti dal “Balduzzi”. “Non servono quindi tagli – insiste Barbara Cittadini – di posti letto per acuti”. Ma il nodo è anche un altro. L’idea del governo regionale, infatti, è quella di chiedere ai privati di riconvertire i posti letto per gli “acuti” in quelli per “post-acuti”. Lì, infatti, la Sicilia è ancora lontanissima dai numeri indicati dal Balduzzi. I posti per riabilitazione e lungodegenza, infatti, dovrebbero essere circa 3.500. Al momento, sono poco più della metà. “Si tratta – scrive infatti l’assessore Borsellino – di attivare quasi il doppio dei posti letto già funzionanti (1.796) per il post-acuzie (riabilitazione e lungodegenza) tra nuove attivazioni e rimodulazioni di posti per acuti”.
Ma le cliniche private, da questo punto di vista, affermano di aver già fatto la propria parte: “E’ necessario attivare quei posti – fa sapere l’Aiop – perché il pubblico non ha rispettato i programmi”. Sono più di 800, sui 1800 complessivi già attivati, infatti, i posti letto di riabilitazione e lungodegenza dei privati. Più che sufficienti. Al resto, dovrebbe pensare il settore pubblico.
“Negli incontri tenuti finora – spiega Barbara Cittadini – l’assessore Borsellino mi ha sempre chiesto se potevamo operare un efficientamento della rete. È avvenuto durante diverse riunioni tecniche, alla presenza, tra gli altri, dei dirigenti Sammartano, Tozzo e Murè. E su questo, ovviamente, siamo disponibili al dialogo. L’Aiop, infatti, agirà sempre con senso di responsabilità: avanzeremo all’assessore la nostra proposta. Agiremo comunque in sintonia col governo, come abbiamo sempre fatto in passato”. Ma il governo ha già avviato la sua nuova crociata. Contro i “privati”. Per far dimenticare il caso Humanitas.