PALERMO – Dopo la cultura, Palermo ci riprova con lo sport. Smaltita la delusione per la bocciatura come capitale della cultura nel 2019, l’amministrazione Orlando sta lavorando sottotraccia alla preparazione del dossier per la candidatura a capitale europea dello sport in una sfida a due con Praga. Il primo passo sarà a giugno quando in Sicilia sbarcheranno gli ispettori dell’Aces Europe, cui spetterà il compito di incoronare la vincitrice.
Non ci sono soldi in ballo, per carità, ma la conquista del titolo rappresenterebbe una bella rivincita per Palermo. Ad avere l’ultima parola sarà l’Associazione delle capitali e città europee per lo sport, istituzione riconosciuta dal Coni e che opera in sinergia con la Commissione europea, che dal 2001 a oggi ha scelto centri sparsi per l’Europa: prima Madrid e poi a seguire Stoccolma, Glasgow, Alicante, Rotterdam, Copenaghen, Stoccarda, Varsavia, Milano, Dublino, Valencia, Istanbul e Anversa. Nel 2014 la capitale sarà Cardiff, mentre nel 2015 toccherà all’italiana Torino. Un elenco di tutto rispetto in cui Praga vuole essere inserita a tutti i costi, tanto che il paese ceco ha addirittura stanziato una trentina di milioni di euro per rimettere a nuovo gli impianti sportivi.
E Palermo? Il capoluogo siciliano parte da una situazione poco felice, con impianti spesso rattoppati e il Palazzetto dello sport che sembra un monumento al degrado, in attesa dei lavori di riqualificazione. Per questo Palazzo delle Aquile punta sul rapporto tra i palermitani e lo sport e mostrerà tutti i propri punti di forza: dalla Favorita alla figura di Vincenzo Florio, l’inventore dell’omonima Targa di cui nel 2016 ricorre la centesima edizione, passando per il mare (che Praga non ha ma consente di disputare numerose discipline), con un dossier a cui sta lavorando anche la commissione Cultura guidata da Fausto Torta.
“Il dossier verrà preparato dai nostri uffici e con l’ausilio di consulenti gratuiti come Giuseppe Bagnati – dice il vicesindaco Cesare Lapiana – e sarà a costo zero. Puntiamo su manifestazioni non di altissimo livello da qui al 2016 ma di strada, come la Maratona e il Triathlon. Porteremo nel nostro dossier, come punto di forza, la storia di Palermo come città che dal 1700 fa sport: pensiamo alle prime gare veliche, alle prime gare ciclistiche, al campo da golf di Mondello ai primi del Novecento. Dalla fine del 1700 abbiamo sempre avuto una storia sportiva, mentre a Praga manca il mare e una storia come la nostra. Stiamo lavorando anche a un logo della candidatura, che alla fine della prossima settimana renderemo pubblico”. “E’ una sfida molto complessa – spiega Torta – dovremo confrontarci con una capitale che ha ricevuto anche ingenti finanziamenti che invece noi non abbiamo. E’ una sfida difficile ma non impossibile, contiamo sull’unicità della nostra tradizione sportiva: cento anni fa un uomo chiamato Vincenzo Florio capì che lo sport poteva essere veicolo di comunicazione per la propria terra e motore di attività produttive. Fu lui a inventare le prime pubblicità. La Sicilia è conosciuta nel mondo anche per la Targa e questo metteremo in campo, è la competizione più antica del mondo e come 106 anni fa rimane viva. Palermo è comunque all’avanguardia con moli destinati ai disabili per la vela e guarda ai prossimi mondiali di windsurf grazie alla possibile interlocuzione con l’Oman. Punteremo anche sulla Favorita che presenta il campo a ostacoli, famoso a livello internazionale, ma offre anche spazi per corsa campestre, scalata, bici e tanto altro. Tutta la commissione sta collaborando in maniera fattiva per questo grande sogno. Avremo anche un campo di atterraggio per kitesurf agli ex Bagni Virzì, ovvero il surf col paracadute”.
L’Aces, oltre al titolo di capitale per le città con più di 500mila abitanti, sceglie ogni anno anche la città dello sport (per i centri tra i tra i 250mila e i 500mila) e i comuni dello sport (centri fino a 250mila abitanti) e si basa su alcuni parametri: centralità dello sport nelle politiche attive, lo sport come elemento di coesione sociale e prevenzione del disagio, la promozione di buone pratiche per la salute. La decisione toccherà al Comitato esecutivo sulla base di quanto proposto dalla giuria: il Comitato è composto dai sindaci delle passate capitali, da un rappresentante della Commissione e uno del Parlamento europeo, da un membro del Comitato olimpico europeo e da altre personalità del mondo dello sport. Ecco perché Orlando dovrà cercare sponda col sindaco di Milano e puntare sulle proprie relazioni internazionali.
Ma in questa sfida, contrariamente a quanto detto in precedenza, il comune di Palermo non potrà contare sul sostegno del Coni siciliano o nazionale. Un brutto colpo per Palazzo delle Aquile che, dopo aver presentato insieme al Comitato olimpico la candidatura, ha perso per strada il supporto del prestigioso partner al centro recentemente di una guerra di poltrone. Giovanni Caramazza, consulente del Comune, si è ormai dimesso dalla guida del Coni Sicilia, oggi guidato da Giorgio Scarso. Inoltre le risorse finanziarie di Palermo sono risicatissime: appena 100mila euro per approntare il dossier, nessun finanziamento in vista da parte del governo regionale o da quello nazionale. Palermo però ci proverà lo stesso presentando a giugno il dossier, su cui l’Aces si esprimerà con una valutazione mentre intorno a novembre si avrà il vincitore.
Qualche nome noto a supporto della candidatura arriverà, anche se al momento la figura più illustre sarà quella di Vincenzo Florio: Palermo potrebbe puntare per il 2016 nella partenza e nell’arrivo della centesima edizione della Targa, oltre che nella prova spettacolo. Inoltre il Comune sta lavorando sottotraccia anche ai mondiali di Windsurf che si dovrebbero tenere in Oman ma su cui città potrebbe tentare una partnership. “Puntiamo sul mare, sulle manifestazioni e sulla possibilità di fare attività sportive nelle scuole – dice la dirigente Fernanda Ferreri – per il momento non abbiamo contatti con il Coni, ma tutte le collaborazioni sono sempre ben gradite”.