"Firmato Vincenzo Florio", documenti inediti della Palermo dell'800

Tracce della Palermo di fine Ottocento: “Firmato Vincenzo Florio”

L'iniziativa di un avvocato, erede della famiglia Matracia
I DOCUMENTI
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Tracce di un passato fastoso e operoso. Documenti della Palermo di fine Ottocento, città culturalmente ed economicamente vitale. Era, anche e soprattutto, la città dei Florio. “Per fortuna, ogni tanto si può parlare di famiglie senza preoccuparsi di sconfinare nella cronaca giudiziaria”, dice l’avvocato Anthony De Lisi che ha scovato i documenti.

L’avvocato Anthony De Lisi e Chico Paladino Florio

“La movida dei tempi era circoscritta ad un paio di esclusivi circoli in cui potevano anche intrecciarsi amicizie, nuovi rapporti commerciali e, perché no, nascere legami amorosi – aggiunge De Lisi -. Erano anni di balli esclusivi, promesse di danze e concorsi ippici. Tra le famiglie più in vista dell’epoca c’era quella dei Matracia, che intratteneva rapporti con la famiglia Florio anche di natura commerciale”.

L’allora tenente dei Cavalleggeri Umberto I, Alessandro Matracia, assiduo frequentatore di quei luoghi esclusivi, più volte ebbe cordiali frequentazioni con Vincenzo Florio. Oggi, scavando materialmente nei cassetti dei ricordi Anthony De Lisi, discendente da parte di madre della famiglia Matracia, ha rinvenuto tracce di quei rapporti.

Un atto del 6 febbraio 1903 relativo ad un canone di locazione per una proprietà della signora Giovanna D’Ondes Trigona, vedova Florio, stipulato con il Salvatore Matracia e riconducibile ad un mandato notarile del 23 novembre 1891 “in Notar Francesco Cammarata”. Ed ancora, un biglietto da visita di Vincenzo Florio e dallo stesso vergato a mano con relativa busta indirizzata al tenente Matracia.

De Lisi ha consegnato i documenti a Chico Paladino Florio, erede che coltiva la memoria di famiglia. “Ci auguriamo – aggiunge De Lisi – che in futuro il patrimonio documentale dei Florio possa essere fruito. È la storia di una famiglia siciliana che ha segnato un’epoca, contribuendo a scrivere una pagina importante per la nostra città. Speriamo che in futuro Palermo torni ad avere tutti i requisiti per essere riconosciuta come una grande capitale. Cercare nei cassetti della memoria fa rinascere il piacere dell’appartenenza, la voglia di recuperare le nostre radici, che non sono solo personali ma appartengono al patrimonio di un intero popolo”.


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