Doppia preferenza di genere | Ardizzone contro la Boschi - Live Sicilia

Doppia preferenza di genere | Ardizzone contro la Boschi

Palazzo dei Normanni, sede dell'Ars

Il presidente dell'Ars replica al ministro: "Intervento fuori luogo". In Aula si annuncia battaglia. La reazione di Raciti.

La legge elettorale
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PALERMO – Sulla doppia preferenza di genere è scoppiata la polemica. Ad accendere la miccia, l’emendamento alla legge elettorale in discussione all’Ars presentato dal deputato Udc Gaetano Cani, con l’obiettivo di cancellare la misura a garanzia delle quote rosa nei consigli comunali. Punto sul quale si arriva a consumare un vero e proprio scontro istituzionale. Da un lato il ministro per le Pari opportunità Maria Elena Boschi, dall’altro il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. “Mi auguro che adesso l’Assemblea regionale capovolga questa scelta, con un voto che garantisca un vero equilibrio di genere”, ha detto la Boschi. Secondo cui “sarebbe grave un voto contrario alla doppia preferenza di genere, sia per la difformità rispetto alle scelte fatte dalla legge nazionale per il rispetto del principio costituzionale della parità dei sessi, sia perché verrebbe meno l’equilibrio, quanto mai auspicato, della rappresentanza di genere”.

Parole che al presidente Ardizzone non sono andate giù. “È fuori luogo che un ministro intervenga mentre si sta discutendo di una norma in Assemblea regionale, soprattutto se quel Ministro poi sarà presente nella seduta in cui il Cdm discuterà sulle impugnative delle leggi della Regione siciliana”. A difesa della Boschi si schiera, invece, il capogruppo del Partito democratico all’Ars Alice Anselmo. “L’intervento del ministro Maria Elena Boschi evidenzia la necessità, per la Sicilia, di non fare passi indietro su questo terreno. E siamo certi che anche il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, al di là di alcune dichiarazioni estemporanee, si renda conto che un ministro per le Pari opportunità ha pieno titolo ad intervenire quando c’è il rischio che venga calpestata una norma sulle pari opportunità”.

Secondo Alnsemo, “purtroppo all’interno del Parlamento regionale emergono ciclicamente resistenze culturali e blocchi trasversali che rischiano di riportare indietro la lancetta dell’orologio delle pari opportunità in Sicilia. Mi auguro che in aula ci siano le condizioni per rimediare allo scivolone della commissione”.

E l’ipotesi di abolizione della doppia preferenza di genere sembra destinata a lasciare strascichi anche all’interno dell’Ucd. Ad esprimere “aperto dissenso” nei confronti dell’emendamento di Cani, è Marianna Caronia, coordinatrice del partito a Palermo. Caronia giudica il provvedimento “una vera vergogna” che “mortifica l’impegno profuso in 70 anni della tante donne di ogni colore politico teso ad affermare il principio della parità di genere che sembra terrorizzare tanti uomini politici o pseudo tali. Tentare poi di contrabbandare questo tentativo di vero e proprio ‘femminicidio politico’ come provvedimento per evitare accordi sottobanco, sapendo bene che sono ben altri i modi con i quali si consumano queste deprecabili pratiche, oltre che essere puerile e ipocrita – aggiunge -, è la riprova del terrore di costoro nel prendere atto delle affermazioni di tante donne anche in questo campo sinora considerato di loro esclusiva appartenenza”.

Caronia si dice “certa che qualora questo emendamento, che mi auguro venga ritirato o dichiarato inammissibile, dovesse andare in aula verrebbe ampiamente respinto in quanto frutto di una sparuta minoranza che ha paura e che lo sostiene per meschino calcolo personale. Invito in ogni caso i vertici dell’Udc, anche se impegnati in un duro confronto interno, a unitariamente intervenire per bloccare una simile ignominia”.

Contro l’emendamento si schiera il gruppo Psi-Pse. “Dopo che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ieri pomeriggio, nel corso dei lavori d’Aula, aveva dichiarato l’inammissibilità dell’emendamento quanto accaduto oggi in Commissione Affari istituzionali costituisce un fatto grave, oltre che un errore da segnare in rosso”, è l’opinione del vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino. Per il quale “il fatto che il Movimento 5 Stelle sia d’accordo e abbia approvato l’emendamento mi spinge a pensare alla bontà delle mie scelte, cioè la presa di distanze da un movimento reazionario che vorrebbe far ripiombare la Sicilia nel Medioevo politico”.

Contrario alla cancellazione della norma si schiera anche il senatore siciliano del gruppo Ala, Giuseppe Ruvolo, secondo cui “è vergognoso cancellare una buona norma, per altro approvata poco più di due anni fa, solo per fare i soliti giochetti della politica. Bisognerebbe invece ragionare e introdurre la doppia preferenza di genere anche per le elezioni dell’Ars”.

Dibattito che travalica i confini della politica. “Sarebbe opportuno che la classe politica siciliana facesse un esame di coscienza perché pensiamo che nel nostro Paese esista un problema di deficit di democrazia”, è il pensiero di Patrizia di Dio, presidente di Confcommercio Palermo. Secondo Di Dio, “l’abolizione di una norma che cerca di porre dei correttivi all’assenza di partecipazione delle donne nella politica attiva e nella governance del nostro Paese sarebbe un grave errore”.

La pensa allo stesso modo il movimento politico #DiventeràBellissima, fondato da Nello Musumeci. “Solo in Sicilia poteva succedere che lo Statuto speciale venisse calpestato ogni giorno, umiliato da un Presidente Crocetta che riceve elemosine a Roma in cambio di ogni recriminazione e diritto che ci compete, e poi lo stesso Statuto diventi strumento per quella stessa maggioranza per togliere alle donne siciliane una conquista di democrazia paritaria come la doppia preferenza di genere”, è il pensiero di Giuso Savarino, portavoce del movimento. Secondo cui “è inaccettabile che si torni indietro su questo, è inaccettabile che lo si faccia con una motivazione bugiarda, ipocrita e meschina come il voler combattere il voto di scambio e la mafia. E magari questi stessi deputati domani bocceranno col loro voto il nostro emendamento sullo spoglio d’istituto che evita davvero il controllo del voto!”.

Aggiornamento

Senza la doppia preferenza di genere, non siamo disponibili a votare alcuna legge elettorale”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del Pd in Sicilia, a proposito della legge elettorale per le amministrazioni locali in discussione all’Ars, dopo il voto in commissione Affari istituzionali con il quale è stata cancellata la doppia preferenza di genere.

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