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Dove eravamo rimasti?

La situazione a Palazzo
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E’ quasi Natale e siamo quasi tutti più buoni. Gli angoli della polemica politica si smussano. Ci ha pensato quell’ascaro del cardinale Romeo a guastare le feste. L’alto prelato – nella sua omelia per l’Immacolata – ha parlato di uno stallo politico che attanaglia Palermo. Ha detto: “Risentiamo senza dubbio di un effetto a cascata a partire dalla situazione regionale e nazionale”. Dunque se n’è accorto anche lui: le cose della politica non vanno bene. Paolo Romeo ha il viziaccio di dire la verità. Lo stallo, tuttavia,  è la condizione ideale per Raffaele Lombardo, è la sua acqua naturale di pesce esperto del Palazzo.  Nulla – se non accadono immani rovesci giudiziari – può minacciare la serenità del presidente della Regione. Forse qualche motivo d’apprensione è legato alla sfiducia del 14, il giorno dell’ira berlusconiana. Come ha già raccontato la vecchia volpe D’Onofrio, le elezioni politiche potrebbero portare a un rimescolamento dagli esiti imprevedibili. Ma non sono un’ipotesi vicinissima, perciò campa cavallo.

Il Pd è ormai ammaliato dall’ipnosi lombardiana. Non sono previste precipitazioni da quel lato. L’acme dello sdegno per l’inchiesta di Catania è stato superato, senza troppi danni. Le urla di disappunto della base si  sono tramutate in un sordo brontolio di sottofondo, né pare che Enna possa spostare equilibri consolidati. Suvvia, non si può essere moralisti in ogni momento. Certo, qualche problemuccio resiste. Che il clima all’interno dei democratici non sia tranquillo, si comprende dalle reazioni nei confronti della stampa. Ormai, ogni ricostruzione giornalistica (pubblicamente o privatamente) ritenuta nemica viene vissuta come un affronto. Non è un segno di pace interiore. D’altra parte il Pd ha i suoi bei guai nazionali e non ha bisogno di fronti siciliani. Per questo, nelle segrete stanze del partito, l’auto-candidatura di Davide Faraone a sindaco di Palermo è vissuta come una gran rottura di scatole, qualcosa che potrebbe mettere in crisi l’equilibrio delle alleanze.

L’ultimo capitolo della storia spetta all’opposizione regionale. E’ smunta, sfiatata e in crisi. L’altro giorno i suoi uomini di punta si sono incontrati per decidere i contenuti della mozione di sfiducia contro Raffaele Lombardo e hanno litigato, scatenando l’irrisione di Cracolici e soci. Oltretutto, la mozione non ha i numeri per essere approvata. E viene il dubbio che la presentino proprio per questo.

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