PALERMO – In agosto il governo nazionale stanziò sette milioni di euro per i danni provocati dalla peronospora in tutta Italia, ora la Regione Siciliana mette nero su bianco l’entità del disastro per i viticoltori dell’Isola: 351 milioni e 111mila euro. I conti sono semplici quanto disarmanti e ci vuole poco per capire che la goccia stanziata da Roma non servirà a calmare le acque di un mare tempestoso come quello che l’agricoltura siciliana solca dall’inizio di questa disastrosa annata.
Lollobrigida: “Interverremo con la legge di stabilità”
“È un inizio – ha rassicurato il ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida rispondendo ad un’interrogazione parlamentare sulle iniziative prese a tutela della filiera vitivinicola -. Spero che già in Parlamento, durante la legge di stabilità, si possa implementare la cifra”. Lollobrigida ha poi fatto notare: “Dobbiamo intervenire per ripagare le imprese, anche in considerazione del problema interconnesso al sistema vino, vale a dire lo stoccaggio di un quantitativo di vino eccessivo prodotto lo scorso anno”. Per questo nel decreto di agosto “abbiamo voluto prevedere anche un intervento normativo – ha aggiunto – sulla possibilità di utilizzare in deroga sul piano biennale le uve, aumentando la percentuale di quelle utilizzabili rispetto allo stoccaggio dell’anno precedente”. Il governo punta così a “ridurre le perdite per le aziende e mantenere sul mercato una quantità di vino italiano importante”. Il ministro dell’Agricoltura ha poi rilevato che bisognerà “comunque aspettare l’imbottigliamento e la vendita per capire la perdita di valore sulla quale avremo più occasioni di intervenire”.
I danni della peronospora in Sicilia
Gli agricoltori siciliani, però, dovranno fare i conti adesso con una crisi senza precedenti provocata dalla terribile malattia che ha aggredito i vigneti nel mese di maggio. Il danno accertato di 351.111,040 milioni di euro riguarda soltanto sei delle nove province dell’Isola. La valutazione arriva dagli Ispettorati provinciali dell’agricoltura ed è contenuta nella delibera con la quale la Giunta Schifani ha approvato la richiesta di stato di calamità per i danni da peronospora nelle province di Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. Gli Ispettorati di Enna, Messina e Siracusa, infatti, hanno comunicato alla Regione che nel loro territorio non si è raggiunta la soglia minima di danno per l’attivazione dei benefici previsti dal decreto legislativo 102 del 2004.
Le province più colpite dalla peronospora
La nota trasmessa dal dipartimento regionale dell’Agricoltura all’assessorato di riferimento, che è alla base della delibera di Giunta, è drammatica: “In quasi tutto il territorio regionale i danni sono stati rilevanti con percentuali che vanno dal 25% al 95% della produzione – si legge -. I maggiori danni si sono avuti nelle aziende coltivate con il metodo biologico”. La provincia con il danno più consistente è Agrigento: 161.523.480 euro. Seguono Trapani (80.820.000 euro) e Palermo (79.021.800 euro). Più bassi i danni nel Catanese (16.830.000), nel Ragusano (11.212.000 euro) e nel Nisseno (1.703.760 euro). Numeri dai quali emerge l’assoluta inadeguatezza dello stanziamento nazionale e così, almeno per il momento, gli agricoltori siciliani guardano alla promessa formulata dall’assessore regionale Luca Sammartino: un intervento normativo nella legge di stabilità regionale.