CATANIA – C’era anche il capo dei Cursoti milanesi, tra i clienti dei narcotrafficanti calabresi fermati la settimana scorsa nel blitz Devozione, che ha portato in carcere 13 persone. Tra le carte dell’inchiesta emerge il nome di Carmelo Distefano, fino all’agosto 2020 ritenuto il leader del clan, impegnato a riprendersi il controllo delle piazze di spaccio di San Berillo nuovo.
Distefano nell’agosto del 2020 è stato coinvolto nella sparatoria di viale Grimaldi in cui morirono due persone. Tra i motivi dello scontro a fuoco c’era anche il controllo dello spaccio di droga in alcune piazze di spaccio, su cui Distefano voleva prendersi il monopolio.
La piazza di viale Grimaldi
Il rapporto di Distefano con Bruno Cidoni, indicato come uno dei grossisti catanesi della cocaina proveniente dalla Calabria nell’estate del 2020, è raccontato da Martino Carmelo Sanfilippo, che gestiva la piazza di viale Grimaldi e che dopo la sparatoria di Librino ha iniziato a collaborare con la giustizia.
“In viale Grimaldi 18 gestivo una piazza di spaccio insieme ai miei fratelli Ninni e Michael – racconta Sanfilippo in un verbale – la piazza trattava cocaina, l’attività di spaccio avveniva in casa. Il quantitativo medio venduto era di circa 100 grammi a settimana. Avevamo collocato delle videocamere all’esterno della palazzina per monitorare eventuali interventi delle Forze dell’Ordine”.
Sanfilippo nei verbali riconosce Bruno Cidoni come uno degli uomini da cui comprava cocaina a San Giovanni Galermo, e dice di essere sempre andato con Carmelo Distefano: “I soldi per lo stupefacente li metteva lui – dice Sanfilippo – comprava a circa 36 mila euro al chilo e a me la forniva a 40 mila al chilo”.
Distefano dava a Sanfilippo circa 10-150 grammi di cocaina a settimana. Il collaboratore di giustizia dice di non sapere a chi Distefano desse l’altra cocaina che comprava dai calabresi. Sanfilippo dice anche di avere comprato droga dai calabresi sia con Distefano che da solo, precisando: “Anche quando andavo da solo mi muovevo per conto di Distefano”.
La sparatoria e l’interruzione dei rapporti
La cocaina in viale Grimaldi, le telecamere di sicurezza, il controllo dello spaccio e il ruolo di Sanfilippo sono tutti elementi che riemergono proprio nella sparatoria dell’8 agosto 2020. Il gruppo di fuoco dei Cappello raggiunse i Cursoti in viale Grimaldi proprio perché sapevano che lì c’era una delle roccaforti di Distefano e della sua cerchia.
Il giorno 5 di agosto, tre giorni prima della sparatoria, Distefano è registrato dalle telecamere che la Squadra Mobile ha piazzato davanti alla casa di Bruno Cidoni, che insieme ad Antonio Pezzano è considerato il capo dell’organizzazione che vendeva cocaina all’ingrosso a Catania a buona parte del mondo criminale etneo.
Distefano è registrato mentre entra in casa di Cidoni insieme a Martino Carmelo Sanfilippo. Dopo un’ora sia Distefano che Sanfilippo si allontanano con una busta di colore marrone che non avevano quando erano arrivati.
La collaborazione tra Distefano e i calabresi Bruno Cidoni e Antonio Pezzano si interrompe proprio in seguito alla sparatoria dell’8 agosto. Dopo quell’episodio Distefano torna in carcere. Nelle indagini sul blitz Devozione è indagato per un singolo episodio di cessione di cocaina.